Roma, 17 mar. (AdnKronos Salute) - Il Tumore alla prostata è oggi la forma più frequente di neoplasia tra gli uomini italiani, con 35 mila nuovi casi nel 2015. Ma un farmaco, abiraterone acetato, associato a prednisone, migliora la sopravvivenza globale di quasi un anno rispetto alla Terapia con il solo prednisone, nei pazienti con tumore alla prostata metastatico in fase precoce e asintomatica della malattia. Un'analisi presentata al Congresso europeo di urologia in corso a Monaco, ha infatti evidenziato chela combinazione dei due farmaci offre un vantaggio in termini di sopravvivenza pari a 11,8 mesi (53,6 contro 41,8 mesi) rispetto all'associazione con Placebo, in pazienti con tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione, in fase iniziale e meno aggressivo, non sottoposti in precedenza a chemioterapia.
I dati dell'analisi - segnala l'azienda produttrice Janssen - hanno dimostrato un beneficio di sopravvivenza globale quasi triplo. "Questi risultati ci aiutano a identificare i pazienti che possono trarre maggiori benefici dalle nuove terapie ormonali e in quale stadio della malattia queste possono essere più efficaci - ha commentato Vincenzo Mirone, professore ordinario di Urologia all'Università Federico Secondo di Napoli - Il fatto di avere un significativo miglioramento della sopravvivenza negli uomini in fase meno aggressiva e asintomatica ci fa desumere che, se interveniamo in fase precoce, li trattiamo meglio. Quindi emerge la necessità di team multidisciplinari tra urologo oncologo e radioterapista che possano intercettare il paziente precocemente".
I dati dell'analisi - segnala l'azienda produttrice Janssen - hanno dimostrato un beneficio di sopravvivenza globale quasi triplo. "Questi risultati ci aiutano a identificare i pazienti che possono trarre maggiori benefici dalle nuove terapie ormonali e in quale stadio della malattia queste possono essere più efficaci - ha commentato Vincenzo Mirone, professore ordinario di Urologia all'Università Federico Secondo di Napoli - Il fatto di avere un significativo miglioramento della sopravvivenza negli uomini in fase meno aggressiva e asintomatica ci fa desumere che, se interveniamo in fase precoce, li trattiamo meglio. Quindi emerge la necessità di team multidisciplinari tra urologo oncologo e radioterapista che possano intercettare il paziente precocemente".
Ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2016
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