Il Virus dell'Epatite E potrebbe trovare un inaspettato e molto utile impiego clinico. Lo suggerisce uno studio recentemente portato avanti dall'Università della California che ha provato ad usare il guscio del virus per inglobare il cancro.
Come spiegato da Marie Stark, che ha partecipato alla ricerca coordinata da Holland Cheng, il virus dell'epatite E è in grado di sopravvivere alla barriera acida dello stomaco e le particelle prive di Dna potrebbero quindi essere usare come una sorta di vettore per i farmaci che, in questo modo, arriverebbero direttamente nello stomaco e verrebbero assorbiti dalla mucosa intestinale.
I primi test condotti su modelli animali hanno confermato la fondatezza di queste ipotesi nel trattamento del carcinoma mammario: il virus, privato della sua componente virale, ha trasportato fino alle cellule cancerogene una molecola sviluppata con lo scopo di combattere il cancro al seno chiamata LXY-30.
Utilizzando un marcatore fluorescente gli scienziati sono riusciti a seguire l'intero viaggio del virus e del suo contenuto. L'ipotesi è anche quella di riuscire a far “appiccicare” le cellule maligne alle proteine del virus in modo tale da attaccare direttamente il cancro.
Per approfondire guarda anche "Cancro: storie di speranza"
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Utilizzando un marcatore fluorescente gli scienziati sono riusciti a seguire l'intero viaggio del virus e del suo contenuto. L'ipotesi è anche quella di riuscire a far “appiccicare” le cellule maligne alle proteine del virus in modo tale da attaccare direttamente il cancro.
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Ultimo aggiornamento: 01 Marzo 2016
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