Roma, 20 nov. (AdnKronos Salute) - Una madre surrogata pentita della sua scelta, e che aveva per questo fatto richiesta per la custodia del bimbo nato 18 mesi fa, ha perso la sua causa contro la coppia di uomini gay con cui aveva raggiunto l'accordo per mettere 'in affitto' il suo utero. E dovrà rinunciare al bambino, come deciso dal giudice di appello, rende noto il 'Telegraph' online.
La donna aveva firmato un accordo con i due partner che aveva conosciuto online, e a settembre del 2015 era volata a Cipro per eseguire il trasferimento di un embrione in una clinica specializzata. Poi il litigio e la decisione della madre surrogata e di suo marito di tenere il bambino, nato ad aprile dello stesso anno. La coppia di omosessuali ha dunque intentato causa, vinta in primo grado e ora anche in appello.
I giudici hanno affermato che la decisione di permettere alla donna e a suo marito di vedere il bambino solo 6 volte l'anno è corretta. In questo caso, dunque, i tribunali hanno dato maggiore importanza al fattore genetico (uno dei due componenti della coppia è il padre biologico del piccolo) e al benessere psicologico del bambino che, sempre secondo i giudici, verrebbe assicurato vivendo con il vero padre. I giudici hanno però 'bacchettato' la coppia gay per aver pubblicizzato la vicenda e hanno ordinato loro di non parlare con la stampa. Da questo caso potrebbe scaturire una legge specifica a regolare gli accordi di maternità surrogata.
La donna aveva firmato un accordo con i due partner che aveva conosciuto online, e a settembre del 2015 era volata a Cipro per eseguire il trasferimento di un embrione in una clinica specializzata. Poi il litigio e la decisione della madre surrogata e di suo marito di tenere il bambino, nato ad aprile dello stesso anno. La coppia di omosessuali ha dunque intentato causa, vinta in primo grado e ora anche in appello.
I giudici hanno affermato che la decisione di permettere alla donna e a suo marito di vedere il bambino solo 6 volte l'anno è corretta. In questo caso, dunque, i tribunali hanno dato maggiore importanza al fattore genetico (uno dei due componenti della coppia è il padre biologico del piccolo) e al benessere psicologico del bambino che, sempre secondo i giudici, verrebbe assicurato vivendo con il vero padre. I giudici hanno però 'bacchettato' la coppia gay per aver pubblicizzato la vicenda e hanno ordinato loro di non parlare con la stampa. Da questo caso potrebbe scaturire una legge specifica a regolare gli accordi di maternità surrogata.
Ultimo aggiornamento: 20 Novembre 2017
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