In Italia è stata sconfitta grazie alla prevenzione, ma nel mondo quasi 60mila persone muoiono ogni anno di rabbia e il 70% di loro ha meno di 16 anni. Per questo, il 28 settembre di ogni anno, è la Giornata Mondiale contro la Rabbia (World Rabies Day): una malattia mortale sebbene prevenibile con la vaccinazione dei cani. Il tema scelto per il 2018 è “Condividi il messaggio, salva una vita” (Share the message. Save a life).
La Global Alliance for Rabies Control, l’Organizzazione Internazionale per la Lotta alla Rabbia, ritiene infatti che la Giornata Mondiale sia "la sola e unica occasione per mettere in pratica delle azioni per prevenire la rabbia".
Giornata Mondiale contro la Rabbia: muoiono cento bambini al giorno
Di rabbia, in effetti, non si parla più: da noi, come in altri Paesi occidentali, la malattia è stata debellata con la vaccinazione degli animali. Ma il virus, che negli esseri umani causa l’infiammazione acuta del cervello, nel Sud del mondo non è affatto scomparso. Cento bambini al giorno, uno ogni venti minuti, muoiono di rabbia: nella quasi totalità dei casi, la malattia, che porta alla morte certa alla comparsa dei sintomi, è causata da morsi di cani che sono stati infettati.
Il morso di un cane rabbioso sull’uomo porta alla trasmissione della malattia e alla morte se non vengono messi in atto specifici interventi di profilassi. Ma le cure mediche sono spesso troppo costose se paragonate a uno stipendio medio in molte aree rurali del mondo. E le vittime, nella maggior parte dei casi, sono bambini e ragazzi abituati a giocare con i cani e che non conoscono i potenziali rischi di un morso o di un graffio.
Giornata Mondiale contro la Rabbia: "Debellare la malattia entro il 2030"
Se vogliamo viaggiare con il nostro cane all’estero è richiesta la vaccinazione. Non è così in altri Paesi: le aree più povere sono quelle più a rischio. In alcune regioni del pianeta, i cani randagi sono molti e non esiste una profilassi, o non è accessibile. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato la campagna “Zero by Thirty”, con l’obiettivo di debellare la rabbia a livello globale entro il 2030.
Sono diverse le organizzazioni da anni impegnate nella lotta alla malattia nelle aree del mondo a maggior rischio, principalmente Africa e India, attraverso la vaccinazione che ha finora contato oltre 600mila cani e la sensibilizzazione di oltre un milione di bambini su cosa fare in caso di morsi.
Si tratta di forme di controllo della malattia: grazie al contributo dei sanitari locali, viene effettuata la vaccinazione di massa sui cani, creando una maggiore consapevolezza dei rischi nella popolazione locale e un ‘cordone sanitario’ di animali vaccinati che frenano il diffondersi del virus in zone dove l’animale è impiegato anche in ambiti lavorativi, come per esempio la difesa del bestiame.
Giornata Mondiale contro la Rabbia: vaccinazioni gratuite per i cani nelle aree povere e più consapevolezza
I risultati sono incoraggianti: attualmente ogni anno vengono evitati 600 casi di rabbia canina e vengono vaccinati 50mila cani. I focolai sono pari a zero nelle località in cui la percentuale di cani vaccinati è del 70%.
"Purtroppo - sottolinea Davide De Lorenzi, medico veterinario, volontario in Mission Rabies - non esiste un modo precoce per accorgersi se un animale ha la rabbia: i sintomi iniziali sono essenzialmente neurologici e portano solo a lievi cambiamenti caratteriali e comportamentali".
Secondo l’esperto, la sintomatologia più grave si ha solo negli ultimi giorni di malattia quando ormai è troppo tardi. I volontari di Mission Rabies si spostano di villaggio in villaggio per cercare focolai e per intervenire con le vaccinazioni. "Ci facciamo aiutare da veterinari locali - spiega De Lorenzi -, il nostro lavoro è anche diffondere le informazioni e aumentare la conoscenza della rabbia".