Domenica 24 marzo è la Giornata Mondiale della Tubercolosi (Tbc Day), un appuntamento annuale promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per sensibilizzare istituzioni, società civile, operatori sanitari e altri attori coinvolti, a collaborare e unire gli sforzi per fermare la malattia e ridurre drasticamente il numero di decessi a essa correlati.
La tubercolosi resta infatti uno dei grandi killer dell’umanità e una delle prime dieci cause di morte al mondo: si contano 4.400 decessi al giorno, soprattutto nelle aree più povere del Pianeta. Nel 2017 (secondo il report Ecdc/Oms appena pubblicato) si sono ammalate 10 milioni di persone e 1,6 milioni sono morte a causa del contagio, 230.000 di loro erano bambini. A livello globale, l’incidenza della tubercolosi è in calo del 2% circa all’anno.
Ma non basta: con questi ritmi, se non ci sarà una svolta, ci vorranno 130 anni per eradicare la malattia. “È ora” è, a tale proposito, lo slogan scelto a livello internazionale per la Giornata Mondiale della Tubercolosi 2019. Il tema sottolinea l’urgenza di agire sugli impegni assunti dai leader globali per un maggiore accesso alla prevenzione e alle cure, sostegno alla ricerca, fine dello stigma sociale e della discriminazione delle persone malate e, infine, per una risposta alla tubercolosi che sia equa, basata sui diritti e incentrata sulle persone.
Giornata Mondiale Tubercolosi, una malattia mai debellata
La tubercolosi è una malattia contagiosa che si trasmette per via aerea mediante un batterio, il Mycobacterium tuberculosis. Il contagio, spiega l’Istituto superiore di sanità, può avvenire per trasmissione da un individuo malato, tramite saliva, starnuto o colpo di tosse. Per trasmettere l’infezione bastano pochissimi bacilli anche se non necessariamente tutte le persone contagiate dai batteri della Tb si ammalano subito. Il sistema immunitario, infatti, può far fronte all’infezione e il batterio può rimanere quiescente per anni, pronto a sviluppare la malattia al primo abbassamento delle difese. Si calcola che solo il 10-15% delle persone infettate dal batterio svilupperà la malattia nel corso della sua vita. Un individuo malato, però, se non è sottoposto a cure adeguate può infettare, nell’arco di un anno, una media di 10-15 persone.
Nonostante sia una malattia prevenibile e curabile, la Tb costituisce oggi una delle emergenze sanitarie più drammatiche, tanto da essere stata dichiarata emergenza globale nel 1993 dall’Oms per l’enorme carico sanitario, economico e sociale che la accompagna. La Tb è infatti ancora trattata con strumenti diagnostici e farmaci di vecchia concezione, mentre una diagnosi precoce e l’uso di trattamenti adeguati e innovativi potrebbe incidere significativamente sulla riduzione della malattia.
Giornata Mondiale della Tubercolosi: 4.000 casi in Italia, la sfida dell’OMS entro il 2030
I casi di tubercolosi segnalati in Italia nel 2017 sono stati quasi quattromila (3.944 per la precisione). La malattia rimane una delle principali sfide di sanità pubblica anche nella regione europea dell’Oms. Oms Europa ed ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sottolineano nel loro report che, nel Vecchio Continente, ogni ora a 30 persone viene diagnosticata la tubercolosi. L’OMS ha lanciato un’iniziativa congiunta, “Trovare. Trattare. Tutti. #EndTB”, con il Global Fund e Stop TB Partnership, per accelerare la risposta alla tubercolosi e assicurare l’accesso alle cure, e chiede ai governi, alle comunità colpite, alle organizzazioni, ai fornitori di assistenza sanitaria e ai partner nazionali e internazionali di unire le forze per garantire che nessuno resti indietro.
Ampliare gli sforzi è essenziale per raggiungere l’obiettivo della strategia “End TB” di porre fine alla tubercolosi entro il 2030 come parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.