Venerdì 2 febbraio si celebra in tutto il mondo il “ National Wear Red Day”, la Giornata contro le patologie cardiovascolari femminili, un evento mondiale interamente dedicato alla prevenzione femminile sulle malattie cardiache. Insufficienza cardiaca, infarto e scompenso cardiaco sono solo alcuni dei problemi legati alla salute del cuore che questa giornata prende in carico.
National Wear Red Day: indossare qualcosa di rosso
Nella giornata, promossa dalla American Heart Association e dal National Heart, Lung and Blood Institute, le donne di tutto il mondo vengono invitate, attraverso varie iniziative cui aderiscono istituzioni, associazioni di pazienti, imprese, ad indossare, simbolicamente, qualcosa di rosso, una sorta di “omaggio“ femminile al cuore, ma anche una sfida dichiarata alle tante patologie cardiache che colpiscono le donne.
“Go red for women and……love your heart” è, in sostanza, il messaggio che verrà diffuso attraverso innumerevoli iniziative. L’attenzione alla medicina di genere è aumentata, ma i numeri sono impietosi e l’azione di informazione e prevenzione deve essere incessante per diminuire l'incedere di queste gravi patologie.
National Wear Red Day: i numeri
Le donne, contrariamente a quanto si pensi, sono più esposte degli uomini al rischio di patologie cardiache. Basti pensare che in Italia, ogni anno, 124.000 donne vengono colpite da un infarto o da malattie cardiovascolari, il che significa una ogni 5 minuti, e che, complessivamente, nel nostro Paese fra 50.000 e 60.000 persone vengono colpite ogni anno da arresto cardiaco improvviso, con un tasso di mortalità di sette volte superiore a quello degli incidenti stradali. In Europa, le persone annualmente colpite da arresto cardiaco improvviso sono 350.000, di cui buona parte donne.
“I numeri evidenziano la dimensione del problema, spesso sottovalutato” commenta la dottoressa Patrizia Rocca (Riabilitazione Specialistica Cardiovascolare Ospedale “Bolognini” di Seriate). “Per questo è importante che l’azione di informazione e sensibilizzazione sia incessante. La raccomandazione alle donne è sia quella di adottare stili di vita salutari (alimentazione, attività fisica), sia quella di tenere sotto controllo fattori di rischio quali ipertensione, osteoporosi, sovrappeso, ipercolesterolemia, depressione. Oggi, per fortuna, l’attenzione alla specificità delle patologie femminili è maggiore, ma le donne devono essere le prime a prendersi cura del proprio cuore. Per questo, la giornata “in rosso” è importante e mi auguro che tutte le donne la considerino una “ricorrenza speciale”, dedicata alla loro salute”.
Le soluzioni contro le malattie cardiache
A questa realtà si affaccia la Ricerca che investe sui progressi dei dispositivi medici e sulle nuove soluzioni oggi disponibili per contrastare le malattie cardiache, tuttora il “killer n. 1” nel mondo femminile.
Per molte pazienti a rischio di aritmie cardiache maligne sono oggi disponibili, per esempio, i defibrillatori impiantabili che forniscono un supporto di 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno. La loro funzione è quella di monitorare costantemente il ritmo cardiaco fornendo, se necessario, la terapia adeguata a ripristinare il normale ritmo del cuore. Possiamo quindi considerarli dei veri e propri “angeli custodi” che vengono impiantati per prevenire episodi ad alto rischio.
Questi dispositivi possono essere di due tipi:
- quelli che per funzionare necessitano di elettrocateteri transvenosi (che arrivano all’interno del cuore tramite l’albero venoso);
- quelli sottocutanei che funzionano senza toccare né il cuore né i vasi sanguigni (S-ICD Subcutaneous Implantable Cardioverter Defibrillator), pur garantendo la medesima efficacia nel prevenire l’arresto cardiaco improvviso.
Disponibili oggi anche in Italia, questi dispositivi vengono impiantati in una piccola tasca sottocutanea, una modalità che riduce in modo significativo il rischio di complicanze, maggiormente legate ai tradizionali defibrillatori impiantabili transvenosi.
L’ultima generazione di defibrillatori sottocutanei è, inoltre, compatibile con indagini diagnostiche sofisticate come la Risonanza Magnetica, e dispone di batterie fra le più longeve oggi esistenti. La maggiore durata del dispositivo (fra 9 e 13 anni) consente di ridurre drasticamente il numero di sostituzioni previste nel normale “ciclo di vita” dei defibrillatori, limitando così una delle maggiori preoccupazione dei pazienti cardiopatici che, per il 73%, temono i rischi degli impianti di sostituzione.
Va ricordato che il defibrillatore sottocutaneo non si propone, attualmente, come una alternativa diretta al tradizionale ICD endocardico, ma come una soluzione innovativa e ottimale per quelle pazienti a rischio che possono maggiormente beneficiare dalle sue caratteristiche.
Da ultimo, un aspetto niente affatto marginale, soprattutto per le pazienti donne: i dispositivi sottocutanei hanno un basso impatto sul piano estetico; un minor numero di re-interventi riduce la visibilità della cicatrice nella zona dove è posizionato il dispositivo.
Anche questo, un fattore che verrà sottolineato nelle molteplici iniziative che in tutto il mondo celebreranno il “National Wear Red Day” e la tutela del cuore femminile.