Bruxelles, 28 apr. (AdnKronos Salute) - Nuova procedura di infrazione per l'Italia da parte della Commissione europea. Il nostro Paese è stato messo in mora, il primo stadio della procedura di infrazione, perché la legge italiana, in particolare il decreto legislativo 26/2014, pone delle limitazioni eccessive all'utilizzo degli animali per scopi scientifici, rispetto a quanto viene consentito dalla direttiva 2010/63/Eu.
Le limitazioni, molto stringenti, sono state segnalate più volte alla Commissione dagli enti di ricerca italiani che, a causa delle restrizioni della legge, si dicono penalizzati rispetto ai centri basati in altri Stati membri, dove i limiti alla sperimentazione sugli animali sono più ampi. La politica finora ha evitato di risolvere la questione, che suscita reazioni forti in larga parte dell'opinione pubblica, ma ora sarà costretta a farlo, se vuole evitare sanzioni. Per risolvere la procedura sarà necessario rendere pienamente conforme l'ambito di applicazione della legge italiana con quanto previsto dalla direttiva Ue.
La procedura di infrazione è regolata dall'articolo 258 del trattato sul funzionamento dell'Ue, che conferisce alla Commissione, custode dei trattati, il potere di agire in giudizio contro lo Stato membro che non rispetti gli obblighi derivanti dal diritto dell'Unione.
Le limitazioni, molto stringenti, sono state segnalate più volte alla Commissione dagli enti di ricerca italiani che, a causa delle restrizioni della legge, si dicono penalizzati rispetto ai centri basati in altri Stati membri, dove i limiti alla sperimentazione sugli animali sono più ampi. La politica finora ha evitato di risolvere la questione, che suscita reazioni forti in larga parte dell'opinione pubblica, ma ora sarà costretta a farlo, se vuole evitare sanzioni. Per risolvere la procedura sarà necessario rendere pienamente conforme l'ambito di applicazione della legge italiana con quanto previsto dalla direttiva Ue.
La procedura di infrazione è regolata dall'articolo 258 del trattato sul funzionamento dell'Ue, che conferisce alla Commissione, custode dei trattati, il potere di agire in giudizio contro lo Stato membro che non rispetti gli obblighi derivanti dal diritto dell'Unione.
Ultimo aggiornamento: 28 Aprile 2016
2 minuti di lettura