Non c’è adolescente che non trascorra ore della propria giornata a navigare in rete. Una vita virtuale fatta per lo più di social network, chat e gaming online: attività apparentemente innocue ma immerse in un far west di messaggi di ogni tipo e senza controllo. Il web non è solo leggerezza e distrazioni, ma anche odio e violenza verbale o visiva.
I ragazzi lo sanno bene, perché vi hanno assistito, se non subendola come vittime, almeno da spettatori. Il 31% dei giovani tra gli 11 e i 17 anni dichiara di essere incappato in messaggi di odio rivolti a singoli individui o a gruppi di persone e in messaggi offensivi di ogni genere. La reazione più diffusa è la tristezza (per il 52% dei casi), seguono rabbia (36%), disprezzo (35%), e vergogna (20%). Ma il dato più eclatante è che il 58% degli intervistati ammette di non aver fatto nulla per difendere le vittime. Il che può portare, nel tempo, a vivere situazioni di forte stress che potrebbero sfociare in situazioni depressive. Il problema è serio.
Per questo e altri motivi si celebra oggi, 6 febbraio 2018, il Safer Internet Day: la giornata annuale pensata per promuovere un uso più sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie, in particolare tra i bambini e i giovani di tutto il mondo.
Safer Internet Day: le iniziative in Italia
Al teatro Brancaccio di Roma, il consorzio Generazioni Connesse e il Miur incontreranno 500 studenti assieme a rappresentanti di aziende, associazioni e istituzioni. Nel frattempo in molte scuole italiane si terrà la seconda edizione di “Un Nodo Blu – le scuole unite contro il bullismo”: gli istituti sono stati invitati a organizzare eventi per i ragazzi e per le famiglie utili a contrastare il cyberbullismo.
Intanto parte oggi un tavolo tecnico alla presidenza del Consiglio e coordinato al ministero dell’Istruzione per elaborare un piano di azione integrato proprio per il contrasto e la prevenzione del cyber bullismo, in collaborazione con la polizia postale. Il governo conta di stanziare per il progetto un milione di euro. Ma le iniziative sulla sicurezza in rete non si fermano al 6 febbraio: l’associazione Parole O_Stili organizza infatti il 9 febbraio a Milano “Parole a scuola”, una giornata di formazione gratuita per oltre duemila docenti provenienti da tutta Italia.
Adolescenti e internet: c’è da preoccuparsi?
Secondo l’interessante e denso lavoro EU Kids Online per Parole O_Stili condotto dal Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e l’ATS Parole Ostili, il numero di adolescenti che adotta risposte passive ai rischi di Internet è troppo alto.
Di fronte a un caso di violenza in rete, la maggior parte delle ragazze e dei ragazzi decide di ignorare il problema o spera che si risolva da solo (35%). Nel 25% dei casi, i giovani non ne parlano con nessuno, nel 27% dei casi risolvono il problema chiudendo semplicemente la pagina web o l’app che stanno utilizzando. Il 22% di chi ha avuto un’esperienza negativa su Internet ha reagito bloccando un contatto sui social network, il 10% ha modificato le impostazioni di privacy e soltanto il 2% ha segnalato contenuti o contatti inappropriati alle piattaforme di riferimento. Ma se si decide di rivolgersi a qualcuno, i problemi causati dalla Rete si affrontano o con gli amici (47%) o con i genitori (38%).
Safer Internet Day: adolescenti sovraesposti alla comunicazione ostile
Anche i dati della ricerca che Doxa ha svolto per Telefono Azzurro parlano di un 20% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni che passa 2 o 3 ore a giocare online tra smartphone, tablet e consolle. Un quarto degli intervistati ammette di aver acquistato qualcosa online perché l’ha visto usare da youtuber o da personaggi su Instagram.
Non basta: ben il 59% del campione ha vissuto un’esperienza spiacevole o inaspettata nelle dirette streaming o nei live delle stories e il 43% ritiene che il rischio maggiore per una persona della sua età sia di incontrare dei malintenzionati.