Roma, 23 mag. (AdnKronos Salute) - Smog killer. L'inquinamento e il degrado ambientale sono responsabili di morti premature ben 234 volte in più dei tanti conflitti che flagellano il pianeta. Lo rivela un rapporto presentato alla seconda Assemblea delle Nazioni unite sull'ambiente, in corso a Nairobi, sottolineando la necessità di invertire la rotta per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Il rapporto, pubblicato fra gli altri dall'Organizzazione mondiale della sanità e dal Programma delle Nazioni unite per l'ambiente (Unep), evidenzia i pericoli provocati da inquinamento, sostanze chimiche, cambiamenti climatici. Nel 2012 circa 12,6 milioni di morti sono attribuibili al peggioramento delle condizioni ambientali, il 23% del totale dei decessi. A pagare il prezzo maggiore, in termini di vite perse, sono il Sud-est asiatico e il Pacifico occidentale.
In particolare, l'inquinamento atmosferico uccide 7 milioni di persone l'anno. Perdono la vita per la mancanza di acqua pulita e servizi igienici 842 mila persone; per l'esposizione a sostante chimiche tossiche come l'amianto 107 mila persone e come il piombo 654 mila nel 2010. Infine, dalla prima conferenza Onu sui cambiamenti climatici nel '95, 606 mila sono state le vittime di catastrofi naturali e più di 4 miliardi di persone sono rimaste ferite, senza casa e bisognose di una qualche forma di assistenza. "Distruggendo l'equilibrio del nostro pianeta e aumentando le emissioni inquinanti, andiamo incontro a un costo sempre maggiore in termini di salute e benessere", afferma il direttore esecutivo dell'Unep, Achim Steiner. In gioco c'è la salute del pianeta, ma anche quella dei suoi abitanti.
Il rapporto, pubblicato fra gli altri dall'Organizzazione mondiale della sanità e dal Programma delle Nazioni unite per l'ambiente (Unep), evidenzia i pericoli provocati da inquinamento, sostanze chimiche, cambiamenti climatici. Nel 2012 circa 12,6 milioni di morti sono attribuibili al peggioramento delle condizioni ambientali, il 23% del totale dei decessi. A pagare il prezzo maggiore, in termini di vite perse, sono il Sud-est asiatico e il Pacifico occidentale.
In particolare, l'inquinamento atmosferico uccide 7 milioni di persone l'anno. Perdono la vita per la mancanza di acqua pulita e servizi igienici 842 mila persone; per l'esposizione a sostante chimiche tossiche come l'amianto 107 mila persone e come il piombo 654 mila nel 2010. Infine, dalla prima conferenza Onu sui cambiamenti climatici nel '95, 606 mila sono state le vittime di catastrofi naturali e più di 4 miliardi di persone sono rimaste ferite, senza casa e bisognose di una qualche forma di assistenza. "Distruggendo l'equilibrio del nostro pianeta e aumentando le emissioni inquinanti, andiamo incontro a un costo sempre maggiore in termini di salute e benessere", afferma il direttore esecutivo dell'Unep, Achim Steiner. In gioco c'è la salute del pianeta, ma anche quella dei suoi abitanti.
Ultimo aggiornamento: 24 Maggio 2016
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