Il 13 settembre si celebra la Giornata Mondiale per la Lotta alla Sepsi (World Sepsis day), una malattia subdola e pericolosa, che rappresenta la causa di morte più comune in seguito a infezione grave. Ogni anno, infatti, provoca tra i 6 e i 9 milioni di morti.
Si tratta di una complicazione di un’infezione dovuta all’attivazione sistemica della risposta immunitaria nei confronti di un microrganismo patogeno in circolo nel sangue. Una sindrome clinica complessa, difficile da definire, diagnosticare e trattare. Le Sepsi possono essere causate da differenti tipi di batteri: i più frequentemente in causa sono i batteri piogeni, in particolar modo gli streptococchi e gli stafilococchi; più rari, invece, i meningococchi, gli enterococchi, gli pneumococchi, i colibacilli (solo per fare alcuni esempi).
Prevenire la sepsi: il messaggio lanciato in occasione della Giornata
La Giornata Mondiale contro la Sepsi rappresenta un appuntamento importante per rimarcare l’importanza della prevenzione puntando su una serie di “buone pratiche” di igiene generale: dal lavaggio delle mani alla fornitura di acqua pulita, dal miglioramento dei servizi igienico-sanitari ai programmi di vaccinazione per i pazienti a rischio sepsi in zone particolarmente scarne di risorse.
Diagnosi precoce per combattere la sepsi
Migliorare l’identificazione e il trattamento della sepsi, aumentare la consapevolezza della malattia, ridurre i decessi: sono tutti obiettivi che occorre perseguire quando si parla di sepsi. Secondo l’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI), che dal 1970 si occupa della microbiologia clinica attraverso la promozione della ricerca scientifica e della formazione, “occorre una maggior attenzione a questa patologia nonché uno sforzo condiviso da parte dei medici di famiglia, medici di pronto soccorso, microbiologi e infettivologi”.
Sono tre gli aspetti sui quali occorre fare leva: potenziare la prevenzione, la Diagnosi rapida e la terapia contro la setticemia. Sul secondo punto, in particolare, l’AMCLI evidenzia che “l’accorciamento dei tempi di diagnosi microbiologica risulta molto importante, poiché numerosi studi dimostrano come ogni ora di ritardo nella diagnosi corretta – e quindi nella somministrazione della corretta terapia antibiotica, dopo le prime 12 ore dall’insorgenza dei sintomi – fa aumentare il rischio di morte del 7%”.
L’interesse della comunità scientifica
Negli ultimi anni i paesi ad alto reddito hanno registrato un vertiginoso aumento di casi di sepsi. Tra i motivi vi sono l’invecchiamento della popolazione e lo sviluppo di microrganismi tanto aggressivi quanto resistenti agli antibiotici. Diversi, negli ultimi tempi, gli studi condotti sulla sepsi (a dimostrazione del forte interesse della comunità scientifica sul tema), concordi nel ritenere fondamentale identificare subito la patologia, intervenendo in modo tempestivo e gestendola correttamente.