In Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, nonostante si valuti che ci siano almeno 1.900.000 persone con dislessia evolutiva: si stima che ci sia almeno un alunno con un DSA, il Disturbo Specifico dell’Apprendimento per classe. Ragione in più per interessarsi e, soprattutto, aderire alla Settimana Nazionale della Dislessia, giunta alla sua seconda edizione, in agenda da oggi 2 ottobre fino all’8 ottobre.
Organizzato dall’Associazione Italiana Dislessia (AID), quest’anno l’evento – che avviene in concomitanza con la “European Dyslexia Awareness Week”, promossa dalla European Dyslexia Association – si propone di sottolineare le potenzialità dei bambini e dei ragazzi con DSA, insistendo più su quanto i giovanissimi con tali disturbi possono realizzare piuttosto che sulle loro difficoltà. Da qui nasce anche il titolo del tema filo conduttore, “DSA? Diverse Strategie di Apprendimento”: questi ragazzi “speciali”, infatti, hanno un differente modo di apprendere e per loro sono basilari strategie differenti rispetto a quelle usate canonicamente.
Che cos’è la dislessia? Si tratta di un disturbo che interessa la capacità di scrivere e leggere in modo corretto e fluente. I deficit, ad ogni modo, non si limitano alle difficoltà di comprensione della modalità scritta e di lettura, ma si manifestano nella modalità orale, sia in comprensione sia in produzione. Ciò nonostante sono ancora tanti gli interrogativi aperti su questo disturbo, in particolar modo su come le istituzioni scolastiche siano in grado di prevenire, valutare e intervenire sulla dislessia, per non escludere gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento.
“Spesso – spiegano dall’Associazione – questi ragazzi vengono erroneamente considerati svogliati. Ma non hanno problemi cognitivi legati alla comprensione e, al di là dello studio, sono intelligenti, vivaci, socievoli e creativi”.
Un differente modo di apprendere
Le persone con disturbi specifici dell’apprendimento hanno un diverso modo di apprendere, e per loro sono fondamentali strategie differenti rispetto a quelle utilizzate di solito. Dunque, per trovare nuove risorse ed essere capaci di fare la differenza, nell’iter volto all’inclusione e alla soddisfazione scolastica e lavorativa occorre comprendere non solo le loro difficoltà, ma anche il loro modo di pensare, creativo e divergente.
Come sottolinea sul proprio sito l’Associazione Italiana Dislessia, “le storie che raccontano i ragazzi dislessici diventati adulti sottolineano la frustrazione che deriva dalla mancata identificazione del problema al momento giusto”.
I giovani protagonisti della Settimana per la Dislessia
L’intento dell’edizione 2017 della Settimana Nazionale della Dislessia è mettere al centro di ogni attività i ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento, rendendoli veri e propri protagonisti. In che modo? Attraverso una serie di iniziative (l’elenco aggiornato è sul portale aiditalia.org) rivolte a loro e alle loro famiglie, che diano importanza ad attività ludico-laboratoriali, nonché alla gestione degli aspetti emotivi e relazioni, alle testimonianze dei giovani dislessici e alla sperimentazione – da parte dei genitori – di strategie compensative e didattiche.
L’iniziativa, anche quest’anno, prevede un intenso programma – interessando anche a docenti e professionisti del settore – che include circa 400 iniziative di informazione e sensibilizzazione in 88 province nazionali, organizzati a livello locale da oltre 1.500 volontari, di 80 sezioni dall’AID. E ancora, 300 gli enti pubblici e le istituzioni scolastiche coinvolte, come partner, a livello nazionale.