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Vaccino contro il coronavirus, a che punto siamo?

Vaccino contro il coronavirus, a che punto siamo?

Uno sforzo scientifico senza precedenti quello dedicato negli ultimi tempi alla ricerca del vaccino contro il nuovo coronavirus. Le ultime notizie sulla sperimentazione.
In questo articolo:

L'attuale pandemia di Covid-19 ha esortato la comunità scientifica a livello internazionale a trovare risposte rapide in termini di vaccini per controllare il virus Sars-CoV-2. Cosa sappiamo finora?

Vaccino contro coronavirus: le ultime notizie

Le notizie degli ultimi giorni sulla ricerca del vaccino contro il nuovo coronavirus sono incoraggianti. Le aziende Pfizer e BioNTech hanno annunciato che il vaccino contro il Sars-CoV-2, chiamato BNT162b2, ha dimostrato un’efficacia nel prevenire il 90% delle infezioni durante la fase 3 della sperimentazione, ancora in corso.

Sono sufficienti due dosi, da iniettare a distanza di 21 giorni, solamente alle persone con età uguale o superiore ai 16 anni. Un'ottima risposta immunitaria si ottiene già dopo la prima somministrazione, purché le fiale vengano conservate a una temperatura di -75/80 gradi. Le aziende dichiarano che i primi lotti sono già pronti nelle prossime settimane e prevedono di fornire 50 milioni di dosi entro il 2020 e 1,3 miliardi entro il 2021, dopo il nulla osta delle agenzie di regolamentazione, statunitense prima ed europee poi.

Questo vaccino, si basa su una delle tecnologie più innovative. Utilizza una sequenza di materiale genetico del nuovo coronavirus, ossia l'acido ribonucleico (RNA) sintetizzato in laboratorio che, una volta iniettato nell’organismo umano, induce le cellule a produrre una proteina simile a quella verso cui si vuole scatenare la reazione del sistema immunitario. La proteina è la Spike, una delle prime ad essere stata individuata dagli esperti quale artiglio molecolare che aggancia le cellule sane per invaderle. Si è osservato che il sistema immunitario umano è in grado di riconoscerla e non appena questo avviene, le difese dell'organismo stimolano la produzione di anticorpi specializzati nel distruggere le cellule infette.

Altri vaccini in sperimentazione

La corsa al vaccino “anti-covid” accelera in tutto il mondo dove – a partire da luglio 2020 – si sono susseguiti oltre 150 candidati ufficiali, la maggior parte dei quali ancora nella fase preclinica o esplorativa del loro sviluppo.

Invece, ad oggi, sono meno di dieci i vaccini che stanno affrontando la terza e ultima fase della sperimentazione clinica. Tra i più promettenti il vaccino mRNA-1273 della biotech americana Moderna, anch’esso come quello della Pfizer e BioNTech basato sull’impiego dell'Rna messaggero, che ha già ricevuto il 14 ottobre la conferma di idoneità scritta dall'Ema (Agenzia europea del farmaco) per la presentazione di una domanda di autorizzazione all'immissione in commercio nell'Unione Europea. 

Tra le altre sperimentazioni in corso vi è poi quella dell'Università di Oxford con AstraZeneca in cui è coinvolta anche l'Irbm di Pomezia (su cui l'Italia e l'Europa hanno precedenza), così come il vaccino della società americana Novavax che ha annunciato l’avvio della fase 3 a novembre anche negli Stati Uniti (dopo l’Inghilterra), con pronostici promettenti.

Altro candidato è il vaccino russo “Sputnik V” che è entrato nella fase 3 della sperimentazione, dichiarando perfino una percentuale di efficacia al 92%, (ma per l'OMS è ancora in fase 1), mentre quello di Johnson & Johnson, che si differenzia per richiedere solo una dose invece di due, al momento ha interrotto i test.

Infine, vi sono anche tre vaccini cinesi sviluppati rispettivamente da Sinovac, CanSino Biologics e Sinopharm, già somministrati in fasce volontarie prima della conclusione della sperimentazione in fase 3, riservando non pochi dubbi da parte della comunità scientifica.

Ma come si sviluppa un vaccino?

È un processo solitamente lungo e molto elaborato quello che accompagna lo sviluppo di un vaccino e normalmente richiede anni e numerosi investimenti economici. Tutto parte dalla conoscenza del microrganismo responsabile della malattia da prevenire e delle sue modalità di interazione con l’organismo umano.

Dopo i test preclinici condotti in laboratorio e su animali, ogni vaccino viene sperimentato sull'uomo in tre fasi, in modo da ottenere informazioni il più possibile chiare ed esaustive su indicazioni, controindicazioni, avvertenze speciali, benefici e rischi della somministrazione.

  • Nella fase 1, viene valutata la tollerabilità e la sicurezza del prodotto su un numero ristretto di soggetti;
  • Nella fase 2, ottenuti risultati positivi, il vaccino viene somministrato ad un numero maggiore di persone per valutarne la risposta immunitaria, la tollerabilità, la sicurezza e vengono definite le dosi e i protocolli di somministrazione più adeguati;
  • Con la fase 3, dimostrati i precedenti risultati soddisfacenti, il vaccino viene somministrato a un numero molto elevato di persone allo scopo di valutare la sua reale efficacia.

Poiché i vaccini vengono somministrati a scopo preventivo in una popolazione sana, è necessario che le percentuali di efficacia siano molto alte, ossia che il numero di soggetti che rispondono in maniera adeguata al vaccino sia elevato, e che il beneficio sia di gran lunga superiore al rischio.

Cosa sappiamo del virus Sars-CoV-2

Ancora troppe sono le incertezze intorno al Sars-CoV-2. Quello che sappiamo è che si tratta di un virus altamente contagioso, che ha fatto la sua comparsa nel novembre 2019 a Wuhan in Cina e si è diffuso in 188 paesi e 25 territori in tutto il mondo. Appartiene alla famiglia dei beta-coronavirus (presenti anche in molti pipistrelli), già noti agli esperti per aver causato due precedenti epidemie: la SARS (2002-03) e la MERS (2012).

Tende a diffondersi molto facilmente per inalazione di aerosol respiratori e contatto umano diretto. Per proteggersi dall'infezione è importante mantenere il distanziamento sociale, utilizzare la mascherina, curare l'igiene personale con il lavaggio frequente delle mani o utilizzando disinfettanti a base di alcol, e sanificare accuratamente le superfici.

Il periodo di incubazione del virus varia da 2-14 giorni e può manifestare talvolta sintomi che includono febbre, tosse secca, affaticamento, mancanza di respiro, dolori muscolari, disturbi gastroenterici e perdita del gusto e dell’olfatto. Secondo l'OMS, le persone che vivono con altre condizioni di co-morbidità, sono più soggette a conseguenze gravi a causa dell'infezione da Covid-19.

Sintomi da coronavirus?

Potrebbe non essere così facile capire preventivamente i segnali del contagio da Covid-19 poiché alcuni sintomi sono aspecifici e generici da essere confusi, ad esempio, con una influenza stagionale.

In caso di sospetto, puoi toglierti subito il dubbio rispondendo alla info-chat coronavirus di Paginemediche che ti aiuta a comprendere i diversi segnali e ti guida al giusto comportamento.

Ultimo aggiornamento: 11 Novembre 2020
6 minuti di lettura

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