Non è compassione, identificazione o simpatia. L’empatia è la capacità di guardare il mondo dagli occhi dell’altro, mettersi “almeno un po'” nei suoi panni o, per dirla con le parole della filosofa tedesca Edith Stein, è “sentire la coscienza dell’altro”.
Un’abilità complessa, senza dubbio, alla base di molti rapporti: tra amici, partner, tra genitori e figli. E tra un medico e il proprio paziente?
Identikit del medico empatico
Nel settore sanitario, la competenza di un medico deve essere nel fare corretta diagnosi e terapia ma anche nell’accompagnare il paziente e la sua famiglia (approccio Patient and family Centered - PFCC) nel nuovo mondo in cui la malattia lo ha scaraventato. Linguaggi diversi, parole mai ascoltate in precedenza, stravolgimento dei ritmi di vita e delle scelte fino ad allora fatte, sentimenti di paura, colpa, ansia: sono il corredo che accompagna il paziente e la sua famiglia nel conoscere e gestire la malattia.
Il medico empatico si impegna nell’ascoltare e fa sentire al paziente che rispetta e comprende il disagio, gli dà la certezza che non sarà solo nel viaggio e potrà contare su una persona sincera e attenta. In questo modo, la comunicazione diventa più intima e personale e di conseguenza sarà più efficace per la buona riuscita del percorso terapeutico.
Ma quando un medico può dirsi davvero empatico? Un aspetto molto importante da considerare è quello umano: bisogna essere persone formate alla relazione di aiuto e solo poi tecnici delle patologie. Al medico è richiesto di possedere quelle che chiamiamo soft skills relazionali: di queste la capacità empatica è la più rilevante e le sintetizza.
Entra in scena, così, anche il concetto di fiducia, che alla base questo formidabile mix di competenza e capacità di umanizzare le cure, riportando al centro il paziente e non più la malattia. Il frutto di questo diverso modo di intendere la medicina sarà una più forte alleanza terapeutica, con la conseguenza di ridurre le denunce, i motivi di conflitti, i costi, accrescere efficacia, efficienza, ben-essere per tutti, sanitari compresi!
Allenare l’empatia: si può?
Nonostante la rivoluzione tecnologica che ha investito il settore salute, spinta soprattutto dall’emergenza Covid, la comunicazione tra medico e paziente resta un processo umano basato sulla relazione (definita una “tecnologia sofisticata!”), e vede nell’empatia la sintesi di un articolato e consapevole modo di porsi del medico verso i suoi pazienti.
L’empatia, le competenze relazionali, possono essere sviluppate, allenate e migliorate e moltissime evidenze scientifiche ci dimostrano come questo processo formativo sia fattibile e abbia enormi ricadute positive sulla qualità del lavoro del e sul percorso terapeutico del paziente e il suo stato emotivo e psicologico.
È per questo che Paginemediche mette a disposizione dei medici iscritti un ampio catalogo di corsi di Educazione Continua in Medicina ECM. L’iniziativa, promossa in collaborazione con IMR – Italian Medical Research, nasce per agevolare l'apprendimento di nuove competenze e soft skills utili nella gestione della pratica clinica quotidiana.
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