Come raccogliere i fichi d’India
Colorato, gustoso, salutare. È il fico d’India, una pianta originaria dell’America che oggi cresce in maniera spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo. Questo particolarissimo frutto è caratterizzato da una polpa carnosa e succosa, piena di semini, particolarmente ricca di acqua, zuccheri, vitamine e sostanze minerali. Un vero toccasana per l’organismo grazie alle numerose proprietà che presenta.
Raccogliere i fichi d’india però non è un’impresa semplice a causa delle numerose spine di cui è ricoperta la buccia che possono arrecare fastidio se a contatto con la pelle; per evitare ogni tipo di inconveniente è bene, allora, operare in totale sicurezza. Come?
La raccolta dei fichi d’india, innanzitutto, può essere effettuata da agosto fino a settembre. Poiché è opportuno non toccare i frutti, il consiglio è di utilizzare dei guanti protettivi e di munirsi di un coltello e di un contenitore, mentre per arrivare ai frutti più lontani si può optare per uno svettatoio, ovvero un tipo di cesoia a molla.
Uno strumento molto utile per la raccolta è il “coppo”, un contenitore metallico a forma di tronco di cono con un’asta solitamente di legno che non permette il contatto diretto con i frutti poiché è sufficiente introdurre il fico d’India all’interno dei due vani e distaccarlo con un semplice movimento rotatorio.
Attenzione alle spine: sono volatili e possono disperdersi nell’aria e provocare fastidio a occhi, naso e mucose per cui è sempre buona abitudine utilizzare anche mascherine e occhiali.
Come sbucciare i fichi d’India
In commercio esistono delle specifiche pinze da cucina che permettono di pulire e sbucciare i fichi d’india, dopo la raccolta, senza particolari difficoltà. Una pratica molto diffusa per eliminare le spine prima di tagliarli è quella di lasciare i frutti in ammollo per circa un’ora in una bacinella di acqua fredda. In questo modo sarà più facile rimuovere la polpa, muniti di forchetta e coltello.
Come mangiare i fichi d’India
Il fico d’India può essere usato in cucina per la preparazione di marmellate (adatte da spalmare sulle gallette e sul pane a colazione, ma anche per farcire biscotti e crostate fatti in casa), gelati e granite (una vera e propria prelibatezza, soprattutto in estate), succhi e sciroppi, ma anche per alcuni primi piatti (risotti sfiziosi su tutti).
Attenzione, però, ai “peccati” di gola. Un avvertimento che vale soprattutto per chi soffre di diverticoli, e dunque non dovrebbe consumare fichi d’India: il rischio, infatti, è che i piccoli semini di cui sono composti questi frutti vadano a depositarsi nelle anse intestinali, dando il là ad infiammazione o peggiorando eventuali sintomi già presenti.
Proprietà dei fichi d’India
Il fico d’India si contraddistingue per una serie di benefici che può apportare al nostro organismo. Numerose ricerche scientifiche hanno sottolineato l’efficacia dei fichi d’India – che contengono solo 42 calorie per frutto e circa 55 per ogni 100 grammi – nella cura del diabete e nel trattamento del peso in eccesso (questo frutto fichi viene considerato una sorta di “moderatore” della glicemia, riducendo l’assorbimento di zuccheri e grassi e agevolando il dimagrimento), nel controllo del tasso di colesterolo nel sangue, dei disturbi di carattere gastrointestinale e delle malattie di tipo cutaneo.
Le proprietà dei fichi d’India sono tante. Stiamo parlando di frutti ricchi di vitamine, in particolar modo vitamina C, e minerali tra cui magnesio e potassio. E ancora, contengono molte fibre così da far aumentare il senso di sazietà (è sufficiente mangiare due o tre fichi d’India e, con meno di 150 calorie, ci si sentirà già appagati) senza dimenticare che sono utili per assimilare meno grassi e zuccheri tenendo a bada glicemia e sovrappeso.
Fichi d’India contro la stitichezza: bisogna ricordare che il consumo regolare di questi frutti, quando sono di stagione, determina in tempi ragionevoli un deciso miglioramento delle funzioni intestinali.
Quali sono i vantaggi per chi mangia fichi d’India? Se quanto abbiamo scritto non è ancora sufficiente basta rammentare che questo frutto, ricco di antiossidanti (sostanze utili per contrastare l’invecchiamento cellulare e i radicali liberi), favorisce la diuresi, riducendo il rischio di calcoli renali e – in determinati casi – addirittura favorendo l’eliminazione di quelli già presenti.