Introduzione - Stadi di reazione al tumore - Dove si trova e come si accede - Come funziona - Call Center per gli EFFETTI COLLATERALI della Terapia orale
Introduzione
Il cancro rappresenta per il paziente e per la sua famiglia una prova esistenziale sconvolgente, che coinvolge molteplici aspetti quali: il rapporto con il proprio corpo, il significato dato alla sofferenza, alla malattia, alla morte, così come le relazioni familiari, sociali, professionali.
La terapia del malato oncologico non deve perciò fermarsi all’approccio clinico-terapeutico, ma deve puntare anche e soprattutto a migliorare la qualità della vita, cercando quanto più è possibile di limitare il rischio di conseguenze psicopatologiche tali da condizionare la vita futura del malato.
Il medico di medicina generale, l’oncologo, l’infermiere, lo psichiatra e lo psicologo devono quindi sentire come prioritario il sostegno psicologico del paziente oncologico.
Questo è possibile attraverso una presa in carico individualizzata del paziente, tramite l’informazione sui vari aspetti della patologia e tramite la valutazione dei suoi bisogni, delle sue possibilità di scelta, della sua situazione familiare e sociale.
Molto spesso l’avvicinarsi del clinico al paziente oncologico fa in modo che in esso si sviluppi una forza che gli permette di parlare della malattia, di affrontarla e di discuterne con gli altri.
Il malato non si sente più solo, non vede la malattia come una condanna, ma comincia a maturare l’idea di poterla affrontare.
Molti Centri ed Oganizzazioni in Europa hanno contribuito a sviluppare queste nuove tendenze attraverso studi sulla qualità di vita ed attività di tipo clinico.
Nel 1986 viene costituita la 'European Society of Psychosocial Oncology', allo scopo di accrescere le conoscenze in questo campo attraverso conferenze e rapporti di collaborazione.
In Italia il primo Servizio di Psicologia orientato specificamente all'assistenza al paziente oncologico viene costituito nel 1980 presso l'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova.
Da queste premesse è derivata l’idea e, successivamente, la realizzazione del Centro di I Accoglienza Oncologica dell’Ospedale Cardarelli.
Stadi di reazione al tumore
Da sottolineare che si tratta di un modello a fasi, e non a stadi, per cui le fasi possono anche alternarsi, presentarsi più volte nel corso del tempo, con diversa intensità, e senza un preciso ordine, dato che le emozioni non seguono regole particolari, ma anzi come si manifestano così svaniscono, magari miste e sovrapposte.
Anche se la maggior parte delle persone sembra vivere le fasi secondo l’ordine in cui vengono descritte, non si tratta di un percorso “evolutivo a stadi”, per cui le fasi possono manifestarsi in qualsiasi ordine e ripresentarsi successivamente, ma anche presentarsi sovrapposte.
- Fase della negazione o del rifiuto: “Ma è sicuro, dottore, che le analisi sono fatte bene?”; “Non è possibile, si sbaglia!"; “Non ci posso credere”, sono le parole più frequenti di fronte alla diagnosi di una patologia organica grave; questa fase è caratterizzata dal fatto che il paziente rifiuta la verità e ritiene impossibile avere proprio quella malattia. Molto probabilmente il processo di negazione del proprio stato può essere funzionale al malato per proteggerlo da un’eccessiva ansia per la propria morte e per prendersi il tempo necessario per organizzarsi. È una difesa che però diventa sempre più debole con il progredire della malattia, qualora non s’irrigidisca e non raggiunga livelli patologici di disagio psichico;
- Fase della rabbia: dopo la negazione iniziano a manifestarsi emozioni forti quali rabbia e paura, che esplodono in tutte le direzioni, investendo i familiari, il personale ospedaliero, Dio. La frase più frequente è “perché proprio a me?”. È una fase molto delicata dell’iter psicologico e relazionale del paziente. Rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di massima richiesta di aiuto, ma anche il momento del rifiuto, della chiusura e del ritiro in sé;
- Fase del patteggiamento: in questa fase la persona inizia a verificare cosa è in grado di fare, ed in quali progetti può investire la speranza, iniziando una specie di negoziato che, a seconda dei valori personali, può essere instaurato sia con le persone che costituiscono la sfera relazione del paziente, sia con le figure religiose. “Se prendo le medicine, crede che potrò vivere fino a…”, “se guarisco, farò…”. In questa fase, la persona riprende il controllo della propria vita, e cerca di riparare il riparabile;
- Fase della depressione: rappresenta un momento nel quale il paziente inizia a prendere consapevolezza delle perdite che sta subendo o che sta per subire e di solito si manifesta quando la malattia progredisce ed il livello di sofferenza aumenta. Questa fase viene distinta in due tipi di depressione: una reattiva ed una preparatoria;
La depressione reattiva è conseguente alla presa di coscienza di quanti aspetti della propria identità, della propria immagine corporea, del proprio potere decisionale e delle proprie relazioni sociali, sono andati persi;
La depressione preparatoria ha un aspetto anticipatorio rispetto alle perdite che si stanno per subire. In questa fase della malattia la persona non può più negare la sua condizione di salute e inizia a prendere coscienza che la ribellione non è possibile, per cui la negazione e la rabbia vengono sostituite da un forte senso di sconfitta. Quanto maggiore è la sensazione dell’imminenza della morte, tanto più probabile è che la persona viva fasi di depressione; - Fase dell’accettazione: quando il paziente ha avuto modo di elaborare quanto sta succedendo intorno a lui arriva ad un’accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di quanto sta per accadere; durante questa fase possono sempre e comunque essere presenti livelli di rabbia e depressione, che però sono di intensità moderata. In questa fase il paziente tende ad essere silenzioso ed a raccogliersi, inoltre sono frequenti momenti di profonda comunicazione con i familiari e con le persone che gli sono accanto. È il momento dei saluti e della restituzione a chi è stato vicino al paziente. È il momento del “testamento” e della sistemazione di quanto può essere sistemato, in cui ci si prende cura dei propri “oggetti” (sia in senso pratico che in senso psicoanalitico).
La fase dell’accettazione non coincide necessariamente con lo stadio terminale della malattia o con la fase pre-morte, momenti in cui i pazienti possono comunque sperimentare diniego, ribellione o Depressione.
Dove si trova e come si accede
L’U.O.S. di I Accoglienza Oncologica e Follow-Up è situata al piano terra del Padiglione C.
Dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,00 alle ore 14,00 viene effettuata l’attività ambulatoriale specialistica. La prenotazione per la visita ambulatoriale può essere richiesta direttamente dall’utente presso il CUP (Centro Unico Prenotazioni) al numero 081-7472227.
Il lunedì e il venerdì si effettuano le visite di I Accoglienza dei nuovi pazienti(10 nuovi pazienti alla settimana). La prenotazione della visita di I Accoglienza viene richiesta esclusivamente dal consulente oncologo, qualora la ritenga opportuna. Contestualmente alla prenotazione della visita di accoglienza verranno stabilite la data e la terapia che il paziente effettuerà presso il Day-Hospital del Reparto. I pazienti che accedono alla “I Accoglienza” devono quindi aver effettuato una preliminare visita specialistica oncologica presso l’ambulatorio o presso il Reparto dell’Ospedale, per i pazienti già ricoverati.
Come funziona
Nell’ambulatorio di I Accoglienza il medico accoglie il paziente, lo inquadra da un punto di vista diagnostico e terapeutico, redige la sua storia anamnestica e quindi comunica la diagnosi di malattia, la prognosi e gli eventuali effetti collaterali della terapia.
Al termine della visita vengono richiesti eventuali esami strumentali per il completamento della stadiazione clinica e viene compilata la cartella clinica con i consensi informati firmati dal paziente relativi alla privacy, al trattamento ed agli effetti collaterali delle terapie.
Al momento del commiato il paziente viene affidato allo psicologo del Reparto che provvederà, tra le altre cose, a presentarlo al personale infermieristico del Day Hospital, creando in questo modo una rete di accoglienza.
Call Center per gli effetti collaterali della terapia orale
Nell’ottica di una maggiore vicinanza al paziente oncologico, nel Reparto di Oncologia Medica dell’AORN A. Cardarelli è stato istituito un Numero Verde
800-849980, al quale possono rivolgersi tutti i pazienti che effettuano una chemioterapia orale, per la migliore gestione degli effetti collaterali ad essa correlati.