Si pensa che il diabete sia correlato solo con l’obesità, la vita sedentaria e l’età ma non è così. Diversi studi hanno dimostrato che le persone esposte a contaminanti organici persistenti (COP), soprattutto pesticidi, corrono un rischio maggiore di sviluppare il diabete.
Cosa sono i contaminanti organici persistenti?
I contaminanti organici persistenti sono composti chimici sintetici o artificiali che persistono per molto tempo nell’ambiente e nelle catene alimentari. Attaccano il Tessuto grasso e gli organi ricchi di lipidi (per esempio il fegato ed il pancreas) e lì si accumulano. È come se il nostro corpo fosse una specie di deposito dei prodotti chimici che si trovano nel cibo e nell’ambiente.
In queste contaminazioni ci sono i pesticidi, sostanze tossiche utilizzate per il controllo dei parassiti nell’agricoltura (come DDT, aldrina ed esaclorobenzene) e che causano molte polemiche per la loro alta tossicità e persistenza nell’ambiente. Altri prodotti sono i policlorobifenili (PCB), di origine industriale e utilizzati nelle trasformazioni elettroniche, e il bisfenolo A (probabilmente l’inquinante più pericoloso di tutti) che si utilizza nella fabbricazione degli oggetti di plastica e che è stato recentemente proibito dall’UE nei biberon e nei giocattoli.
Cosa dicono gli esperti
Nel 2011 Duk-Hee Lee della Università Nazionale di Kyungpook e David Jacobs dell’Università del Minnesota negli USA, dopo aver esaminato campioni biologici di 90 persone nel ventennio 1985-2006, dimostrarono che l’esposizione ai contaminanti organici persistenti può contribuire allo sviluppo dell’obesità e alla resistenza dell’insulina. In altre parole: influiscono sullo sviluppo del diabete.
Altri studi indicano che il bisfenolo A è coinvolto nello sviluppo del Diabete gestazionale e nell’insorgenza del Diabete dopo la nascita, in età adulta.
Esisterebbero quindi sufficienti prove scientifiche a riprova del fatto che un’esposizione a inquinanti organici persistenti predisporrebbero al diabete.