- Focus Ipertensione
- Quanto è diffusa?
- Quali sono i sintomi ed i campanelli di allarme?
- Prevenzione
- Come si misura la pressione arteriosa
- Come mi accorgo di essere iperteso
- Ipertensione sistolica isolata
- Perché soffro di Ipertensione
- Quali sono le conseguenze dell'Ipertensione Arteriosa
- Come mi curo
- Alcuni consigli
- Come combatto l'Ipertensione Arteriosa
Focus Ipertensione
La Pressione arteriosa è la forza esercitata dal Sangue sulle pareti delle arterie; essa garantisce un adeguato apporto d'ossigeno agli organi. Il suo valore è regolato dalla quantità di sangue che il Cuore spinge quando si contrae, e dalla resistenza che il sangue incontra quando passa nel letto dei vasi.
La pressione arteriosa ha un valore massimo quando il cuore si contrae (sistole) ed uno minimo quando si rilassa riempiendosi di sangue (diastole).
Quanto è diffusa?
Recenti indagini ritengono che almeno il 30% della popolazione mondiale sia affetta da Ipertensione Arteriosa. Si stima che in Italia gli ipertesi siano oltre 20 milioni. Di questi solo il 50% ne è consapevole ed è in trattamento, il 25% ne è consapevole ma non si cura ed il restante 25% ignora i valori della propria pressione.
Nella classifica dei paesi industrializzati l'Italia è agli ultimi posti per il numero di ipertesi trattati e normalizzati con la percentuale del 12%, mentre è ai primi posti in quella per pazienti trattati.
Quali sono i sintomi ed i campanelli di allarme?
Nella stragrande maggioranza dei casi l'Ipertensione Arteriosa non ha sintomi, il che la rende ancora più subdola. Cefalea, palpitazioni, vertigini, ronzii auricolari, disturbi del visus, astenia, impotenza possono essere i sintomi che consentono di svelare la malattia ipertensiva a chi non controlla la propria pressione. I campanelli d'allarme più drammatici sono le aritmie cardiache, gli attacchi transitori di ischemia cerebrale (TIA), epistassi, emorragia sottocongiuntivale.
Prevenzione
La prevenzione delle complicanze cardiovascolari dell'Ipertensione Arteriosa si effettua esclusivamente con la normalizzazione sia della pressione sistolica che della diastolica e con la correzione di tutti gli altri fattori di rischio come il colesterolo, i trigliceridi, il diabete e l'applicazione di norme igieniche corrette. Il non iperteso deve controllare la pressione almeno ogni sei mesi ma se c'è la familiarità (madre, padre o fratelli ipertesi), i controlli devono essere tanto più frequenti quanto più aumenta l'età. Cosa devo mangiare L'iperteso necessita di una corretta alimentazione che prevede in primo luogo la riduzione dell'apporto di sale da cucina (sodio) a non più di 6g (1 cucchiaino da caffè) al giorno. La sola restrizione alimentare di sodio riduce la pressione arteriosa di circa 4-6 mmHg e aumenta l'effetto della terapia con i farmaci.
Tale risultato è potenziato, se al ridotto apporto di sale si associa un incremento di cibi contenenti potassio (banane, kiwi, ananas, arance).
Altri alimenti importanti nella dieta dell'iperteso sono quelli contenenti acidi grassi omega-3 (pesce azzurro, salmone, orata, spigola, etc.). Tali sostanze hanno proprietà protettive sulle arterie e tendono a rallentarne l'invecchiamento.
Una riduzione della pressione arteriosa è facilitata da un elevato consumo dietetico di fibre, magnesio e calcio. È utile, quindi, aumentare il consumo di cereali, frutta e verdura.
Importante è ancora ridurre il contenuto di grassi. Ciò si ottiene consumando latte e derivati del latte a basso contenuto di grasso (latte scremato o parzialmente scremato, ricotta in cestini), riducendo l'apporto di carne (in particolar modo le carni rosse), utilizzando la carne di pollo e tacchino senza la pelle.
Come condimento va preferito l'olio d'oliva che oltre a far diminuire il livello delle lipoproteine LDL (colesterolo 'cattivo'), fa aumentare le lipoproteine HDL (colesterolo buono).
L'olio d'oliva, inoltre, resiste bene alle alte temperature ed è quindi l'olio ideale per la frittura.
In ogni caso è opportuno scegliere metodi di cottura blandi, limitando il ricorso alla frittura, evitando tempi di cottura prolungati ed il riutilizzo di grassi già cotti.
A completamento della dieta va inoltre suggerita l'assunzione di circa 2 litri e mezzo d'acqua a bassa concentrazione di sodio (inferiore a 20mg/l), onde stimolare la produzione d'urine in modo naturale.
È importante tra l'altro limitare il consumo di bevande alcoliche il cui eccesso provoca aumento dei valori pressori e, soprattutto, riduce gli effetti dei farmaci antiipertensivi.
È importante quindi che i pazienti ipertesi limitino il consumo di bevande alcoliche a un bicchiere di vino (150ml) durante i due pasti principali o un bicchierino di whisky o altro superalcolico (30 ml) al giorno.
Come si misura la pressione arteriosa
La pressione arteriosa si misura utilizzando uno sfigmomanometro a mercurio, o aneroide, o mediante oscillometro semiautomatico.
Prima della misurazione il paziente deve restare seduto per alcuni minuti. Si posiziona il manicotto sulla cute del braccio all'altezza del cuore e si procede alla misurazione della pressione massima e minima, definite rispettivamente dalla comparsa e dalla scomparsa di un battito rilevabile con un fonendoscopio.
La prima volta è opportuno misurare la pressione arteriosa da entrambe le braccia per identificare eventuali disturbi della circolazione periferica.
In caso di valori differenti sarà considerato quello più elevato; il braccio a rilevazione più elevata (braccio dominante) dovrà essere utilizzato per le misurazioni successive.
Come mi accorgo di essere iperteso
La maggior parte degli ipertesi non presenta sintomi specifici. Alcuni segni dell'ipertensione non controllata possono essere: il mal di testa localizzato dietro la nuca, che si manifesta di mattina quando ci si sveglia e scompare spontaneamente dopo alcune ore, i capogiri, le palpitazioni, l'affaticamento, la perdita di sangue dal naso (epistassi), i disturbi della vista e l'impotenza.
Si usa fare diagnosi d'ipertensione arteriosa quando in almeno quattro momenti diversi si registrano valori di pressione arteriosa massima (PAS) di almeno 140 mmHg e/o di pressione arteriosa minima (PAD) di almeno 90 mmHg.
La classificazione proposta dalle linee guida dall' Organizzazione Mondiale della Sanità e della Società Europea dell'Ipertensione è la seguente:
CATEGORIA |
PAS |
PAD |
Ottimale | min. di 120 | min. di 80 |
Normale | 120-129 | 80-84 |
Normale alta | 130-139 | 85-89 |
Ipertensione 1° stadio | 140-159 | 90-99 |
Ipertensione 2° stadio | 160-179 | 100-109 |
Ipertensione 3° stadio | magg. di 180 | magg. di 110 |
Ipertensione sistolica isolata
1° stadio magg. di 140
2° stadio magg. di 160
3° stadio magg. di 180
Perché soffro di Ipertensione
Esistono due forme d'ipertensione arteriosa:
Ipertensione essenziale:
che dipende da diversi fattori (nervosi, familiari, ormonali, nutrizionali, etc.) che possono anche coesistere. Più del 90% di tutti i casi d'ipertensione rientrano in questa categoria.Ipertensione secondaria: che è responsabile solo del 5% di tutti i casi d'ipertensione e può essere causata da malattie renali (ostruzione arteriosa renale secondaria, insufficienza renale), da malattie endocrine (feocromocitoma), da disordini neurologici, da farmaci e sostanze chimiche o cibi (liquirizia, contraccettivi orali, vasocostrittori locali, cortisonici).
Quali sono le conseguenze dell'Ipertensione Arteriosa
L'Ipertensione Arteriosa costituisce un importante fattore di rischio per tutte le principali malattie cardiovascolari (cardiopatia ischemica, ictus cerebrale, vasculopatia periferica e scompenso cardiaco).
Le alterazioni proprie della malattia ipertensiva inducono lesioni che possono compromettere organi vitali, minacciando seriamente la vita del paziente o peggiorando seriamente la sua qualità di vita.
Le complicanze cardiovascolari, ancora oggi, rappresentano la principale causa di morte in Italia, essendo responsabili del 44% di tutte le morti.
Ecco perché tutti i pazienti ipertesi devono seguire scrupolosamente le indicazioni dello specialista.
Come mi curo
La correzione del regime alimentare è di grande importanza. Il controllo dell'obesità (il sovrappeso corporeo) si correla fortemente non solo con l'Ipertensione Arteriosa, ma anche con l'aumento della glicemia (diabete) e dei grassi (colesterolo e trigliceridi) nel sangue.
L'indice di massa corporea (BMI), calcolato in base all'altezza e al peso, dovrebbe essere inferiore a 25 nell'uomo e a 24 nella donna.
Alcuni consigli
- Il caffè non fa male se non si esagera (due-tre tazzine al giorno).
- È opportuno evitare l'eccessivo consumo d'alcolici, consumando un bicchiere di vino (150ml) o un bicchierino di whisky (30ml) al giorno.
- Attenzione alla liquirizia!!! Una, due caramelle al giorno non fanno male ma più di 10 grammi al giorno creano problemi. Infatti, la liquirizia contiene delle sostanze che hanno la capacità di trattenere il sodio.
- È necessaria l'abolizione del fumo di sigarette.
- È consigliabile svolgere una regolare attività fisica nella vita di tutti i giorni (cammino, corsa, nuoto; per 30-40 min. 2-3 volte alla settimana).
- Bisogna, infine, ridurre gli stress perché l'aggressività e la competitività provocano inutili rischi al cuore ed ai vasi.
Queste semplici modifiche dello stile di vita dovrebbero essere adottate da tutti i pazienti.
Come combatto l'Ipertensione Arteriosa
L'obiettivo principale del trattamento del paziente iperteso è quello di ridurre i valori pressori e, quindi, il rischio cardiovascolare.
Laddove le modifiche dello stile di vita non siano sufficienti è possibile associare:
- DIURETICI: abbassano la pressione diminuendo la quantità di liquidi in circolo.
- BETABLOCCANTI: diminuiscono la forza con cui il cuore si contrae e dilatano le pareti delle arterie.
- CALCIOANTAGONISTI: diminuiscono la pressione sia riducendo la forza con cui il cuore si contrae, sia dilatando le arterie.
- ACE-INIBITORI: bloccano la produzione da parte del rene di una sostanza che fa alzare la pressione.
- SARTANI: impediscono ad una sostanza di agire con conseguente vasodilatazione e diuresi.
A seconda dei valori pressori di base e della presenza o assenza di complicanze è ragionevole iniziare il trattamento farmacologico con un solo farmaco a basso dosaggio o con una terapia d'associazione tra due farmaci a basso dosaggio.
È importante seguire scrupolosamente la prescrizione del medico specialista ed evitare il "fai da te".
Studi statistici hanno dimostrato che il trattamento anti-ipertensivo ha ridotto significativamente la mortalità globale (-12%), da ictus (-36%) e da cardiopatia ischemica (-25%).