In questo articolo:
Aver avuto un infarto non significa essere un invalido: dopo poche settimane la maggior parte dei pazienti riprende una vita normale.Conoscere l'infarto aiuta a vivere meglio!
Che cosa è l’infarto
Il cuore è un muscolo che ha la funzione di pompare il Sangue nelle arterie. Per contrarsi il cuore ha bisogno di ossigeno, che viene fornito con il sangue attraverso dei vasi arteriosi chiamati coronarie.Quando il flusso di sangue al cuore è fortemente ridotto o bloccato per la presenza di un restringimento o una occlusione delle coronarie, le fibre muscolari cardiache dapprima vanno incontro a sofferenza e successivamente vengono danneggiate in maniera irreversibile e muoiono.
L’infarto è quindi la morte di una parte del muscolo cardiaco dovuta al blocco del flusso di sangue all’interno di una coronaria.
Nel corso di un infarto approssimativamente muoiono 500 cellule cardiache ogni secondo!
Il tessuto necrotico va poi incontro ad un processo di lenta cicatrizzazione.
Le cause dell’infarto
La causa principale che determina l’occlusione della coronaria è l’aterosclerosi, cioè la formazione all’interno delle Coronarie di accumuli di colesterolo circondati da cellule e fibrosi (placche di aterosclerosi).Questo processo, che inizia fin dall’età giovanile, progredisce nelle coronarie spesso in maniera del tutto asintomatica fino a quando la placca aterosclerotica si rompe o si infiamma e sulla superficie si forma improvvisamente un coagulo (trombo) che occlude il vaso.
Poiché la formazione del coagulo è molto veloce (impiega circa 20 minuti) spesso l’infarto non è preceduto da sintomi motori.
Localizzazione del Dolore cardiaco
Segni di allarme di attacco cardiacoDolore al torace: senso di forte oppressione, peso, costrizione dolorosa al centro del petto che dura alcuni minuti, può andare e venire o protrarsi nel tempo.
Dolore in altre zone: il dolore può irradiarsi ad una o ad entrambe le braccia, alle spalle o al dorso, al collo, alla mandibola oppure allo stomaco.
Fiato corto: spesso accompagna il dolore o può precederlo.
Altri segni o sintomi infarto: sudorazione fredda, nausea, senso di stordimento o di svenimento, grave malessere.
Sedi meno frequenti del dolore cardiaco
Stile di vita salutare
Devo proprio smettere completamente di fumare?Sì! Chi riprende a fumare dopo un infarto ha un rischio raddoppiato di andare incontro ad un nuovo infarto. Al contrario smettendo di fumare il rischio di avere un infarto si riduce del 50% dopo un anno, aumentando quindi l’aspettativa di vita.
Che dieta devo seguire?
Il cambiamento delle abitudini alimentari è molto importante per il controllo di alcuni fattori di rischio coronarico quali i livelli di colesterolo e la pressione arteriosa. Non esiste una dieta specifica per il paziente che ha avuto un infarto.
I principi fondamentali dell’alimentazione dopo infarto consistono nel ridurre l’apporto di grassi di origine animale e di sale e nell’aumentare il consumo di pesce e fibre vegetali.
Sono da preferire le carni bianche o quelle magre (pollo, coniglio, manzo magro), mentre sono da evitare gli insaccati preferendo tra questi il prosciutto sgrassato o la bresaola. Non abusare dei latticini, in particolare i formaggi stagionati, preferendo ricotta, mozzarella e latte scremato ed evitando il burro.
Ridurre il sale nei cibi utilizzando erbe ed aromi che possono migliorarne il sapore. Pesce e frutta fresca sono particolarmente indicati, mentre non vi sono limitazioni particolari per la pasta ed il pane (se non la quantità e/o il diabete mellito).
È importante raggiungere e mantenere un peso corporeo non superiore al 10% del peso ideale (il calcolo del peso ideale può essere approssimativamente calcolato secondo la seguente formula: peso ideale in Kg = altezza espressa in cm meno 100).
Attività fisica regolare
In generale il livello massimo di sforzo che può essere raggiunto è valutabile in base al numero di battiti cardiaci che si raggiungono durante lo sforzo e può essere determinato in base a delle tabelle di cui è dotato il tuo medico curante.
È consigliabile che l’attività motoria riprenda in maniera progressiva e regolare.
Attività lavorativa e viaggi
Quando potrò riprendere a guidare la macchina?Potrai riprendere a guidare gradualmente. Nelle prime settimane dopo l’infarto evita lunghe percorrenze. Evita di metterti in marcia nelle ore particolarmente trafficate e calde.
Quando potrò riprendere a lavorare?
Più di due terzi dei pazienti che hanno avuto un infarto possono riprendere la propria attività lavorativa.
Questa ripresa dipende principalmente da due fattori:
- quanto esteso è stato l’infarto;
- che tipo di impegno richiede l’attività lavorativa.
- programmare gli impegni;
- stabilire le priorità;
- ritagliarsi momenti di riposo.
In alcuni casi, programmi di riabilitazione adatti alle caratteristiche cliniche del paziente consentono di raggiungere soglie di sforzo anche elevate e di riprendere quindi il lavoro abituale anche se “pesante”.
Potrò fare dei viaggi?
Non ci sono controindicazioni ad effettuare dei viaggi.
Segui sempre delle regole che sono peraltro valide per chiunque:
- se il viaggio è particolarmente lungo prevedi delle tappe intermedie durante le quali compiere una minima attività motoria (è sufficiente camminare), eventualmente riposarsi;
- i mezzi di locomozione devono essere confortevoli: poltrone comode, aria climatizzata;
- prevedi sempre un'adeguata scorta dei farmaci che assumi giornalmente;
- se ti rechi in montagna tieni conto che fino a 1500 metri non ci sono controindicazioni, ma per altitudini superiori la rarefazione in ossigeno dell’aria respirata potrebbe determinare dei sintomi respiratori quali fame d’aria che sarebbero ancor più marcati dagli sforzi fisici. Pertanto le passeggiate ad altitudini elevate vanno in chi non stato adeguatamente preparato (training fisico);
- se ti rechi al mare cerca di privilegiare le zone con clima secco evitando quelle con elevati tassi di umidità;
- porta sempre con te una relazione clinica dettagliata delle tue problematiche di salute, compreso l’elettrocardiogramma. Tale documento può essere utile in caso di malessere per rendere informato, se necessario, il personale sanitario circa le tue patologie e le terapie che assumi.
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Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio 2016
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