In Italia le nuove coppie infertili sono circa 60mila ogni anno, secondo la definizione di infertilità fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): 12-24 mesi di rapporti sessuali non protetti senza l’avvenuto concepimento.
Il problema è molto più diffuso di quanto si possa pensare, dato che sempre l’OMS stima che ben una coppia su cinque si possa trovare in questa situazione. Questo porta sempre più donne e uomini a rivolgersi ai centri di Procreazione Medicalmente Assistita, nel tentativo di individuare le cause del problema e, soprattutto, risolverlo. Non a caso, infatti, i dati sul ricorso alle tecniche di PMA sono in aumento di circa il 10% ogni anno.
Così come le cause dell’infertilità sono differenti e di diversa entità a seconda della coppia, analogamente le terapie da seguire per 'avere un bambino' sono molteplici e vengono scelte dallo specialista di riferimento indicando, il più delle volte, proprio un percorso su misura e personalizzato.
La stimolazione ovarica con Gonadotropine
Consiste nella somministrazione di farmaci di tipo ormonale sotto forma di iniezioni. Le dosi variano da caso a caso. Nello specifico, le molecole somministrate sono le gonadotropine, ormoni di due tipi: l’Ormone Follicolo Stimolante (FSH) che stimola lo sviluppo dei follicoli, e l’Ormone Luteinizzante (LH) che ne promuove l’ovulazione. I farmaci attualmente disponibili appartengono a due categorie: le Gonadotropine Umane Menopausali, estratte dalle urine di donne in menopausa, sottoposte a processi di purificazione; e le Gonadotropine Ricombinanti, sintetizzate in laboratorio.
Il monitoraggio ecografico e ormonale
Mentre la donna viene sottoposta a questi cicli, il ginecologo segue lo sviluppo dei follicoli e la loro rottura per il rilascio degli ovociti (ovulazione) mediante una serie di ecografie (filmato monitoraggio follicolare), in modo da controllare che il ciclo di stimolazione ovarica stia avvenendo normalmente.
A volte, vengono anche prelevati campioni di Sangue per misurare il valore degli estrogeni prodotti dai follicoli in evoluzione (monitoraggio ormonale) e dosare meglio la somministrazione di FSH e LH. In base ai monitoraggi, si consiglia alla coppia il momento migliore per avere rapporti sessuali, ossia poco prima dell’ovulazione.
Le principali tecniche di PMA
L’inseminazione intrauterina (IUI) è una tecnica di I livello, in cui si procede a introdurre del liquido seminale all’interno della cavità uterina. Per questo tipo di inseminazione è necessaria un’idonea preparazione del liquido seminale. Questa procedura si utilizza principalmente nei casi di sterilità inspiegata, nei casi di infertilità lieve o moderata e in assenza di alterazioni a carico delle tube.
Fecondazione in Vitro e Trasferimento dell’embrione (FIVET) è una tecnica di II livello in cui si fanno incontrare i gameti all’esterno del corpo della donna e, dopo la fecondazione e la formazione di uno o più embrioni, gli embrioni vengono trasferiti nell’utero. Si consiglia in caso di patologia tubarica, di endometriosi di III e IV grado e quando le tecniche di PMA di I livello si sono dimostrate fallimentari.
Microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI) è una procedura di II livello e prevede la microiniezione dello Spermatozoo direttamente all’interno dell’ovocita.
Fonti:
- Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita
- Wikipedia
- Speciale MEDIAPLANET sulla Fertilità. N. Novembre 2010