L’abbuffata di serie tv, la bulimia da telefilm, ovvero la visione convulsiva di un episodio dopo l’altro per ore di fila, ha un nome: si chiama “binge watching”, un neologismo che indica la pratica di guardare programmi televisivi per un periodo di tempo decisamente lungo. Come i termini “binge drinking” (l’abbuffata alcolica) o binge eating (la scorpacciata di cibo), anche il binge watching non ha un’accezione particolarmente positiva: indica piuttosto l’esagerazione di una attività, e i rischi per la salute sono dietro l’angolo.
Binge whatcing, cos’è e come è nata l’abbuffata televisiva
L’espressione “binge watching” è diventata popolare a partire dal 2013, anno in cui Netflix iniziò a distribuire serie televisive inedite rendendo disponibili intere stagioni contemporaneamente. Nello stesso anno “binge watching” fu candidata a “parola dell’anno” dal sito Oxford Dictionaries della Oxford University Press, che ne indica come significato l’attività di “guardare più episodi di un programma televisivo in rapida successione, usualmente tramite DVD o streaming digitale”, definizione ripresa anche dalla Enciclopedia Treccani.
Le serie tv non bastano mai. Diventano, un episodio dopo l’altro, come una droga: rubano sonno e lucidità, e per milioni di persone iniziare a guardarne una, vuol dire entrare in un tunnel da cui si esce solo dopo aver divorato ogni puntata. Prima il fenomeno era limitato a chi acquistava cofanetti in dvd.
Ma la successiva disponibilità on demand di intere stagioni televisive ha creato un fenomeno diffusissimo di dipendenza. Al punto da dover coniare anche un secondo termine: “binge racing”, cioè la maratona legata a una unica sessione di tv, quella che dura notti intere, weekend e giorni in cui guardare il monitor diventa l’unica attività, fino all’ultima puntata. Uno studio americano del 2017 sull’ingordigia televisiva, pubblicato sul Journal of Cinical Sleep Medicine, rivela che i binge watchers (che erano il 75% del campione intervistato) erano esposti a un rischio di insonnia del 98% superiore alla media.
Il binge whatching e i pericoli per la salute
Oltre al tempo che si sottrae al sonno, guardare per troppo tempo la tv sovrastimola il cervello e compromette anche la capacità di addormentarsi una volta spento lo schermo. Guardando una puntata dopo l’altra, si perde la cognizione del tempo, ci si sente iperattivi e anche le relazioni sociali sono compromesse.
Il colpo di scena finale di ogni episodio di serie tv è la molla per guardarne un altro e poi un altro ancora, e con lo streaming basta davvero un click per sapere “cosa succede dopo”. L’immersione porta ad avere un pensiero unico, quello legato ai beniamini del piccolo schermo e alle loro vicissitudini.
La capacità di addormentamento viene condizionata anche da questi aspetti, una sorta di sovraeccitazione cerebrale e cognitiva, secondo lo studio dei ricercatori Usa, coordinati dal professor Jan Van den Bulck, docente di psicologia dei media all'Università del Michigan. Altri studi negli anni hanno messo in evidenza anche la possibilità che tale condizione possa sfociare in ansia, depressione e isolamento.