L'insonnia è uno dei disturbi del sonno più comuni che si manifesta con incapacità di addormentarsi, frequenti risvegli notturni o risvegli precoci. Le cause possono essere diverse; molto spesso, però, è la diretta conseguenza di situazioni stressanti o di cattive abitudini. Ecco come si cura.
Che cosa è l’insonnia
L’insonnia è una condizione patologica che fa parte del più ampio capitolo dei disturbi del sonno. È generalmente caratterizzata da una ridotta durata del sonno ma questo è di fatto solo l’aspetto quantitativo. Altrettanto importante è infatti la qualità del sonno.
Quando si dorma poco o si dorma male, l’impatto sulla qualità della vita è negativo, con effetti e costi tutt’altro che trascurabili.
Tipi di insonnia
L’insonnia può essere classificata in base alla sua durata, al suo momento di insorgenza e alle cause.
- Durata: l’insonnia è definita transitoria se è occasionale (per esempio da fuso orario) o se la sua durata non supera la settimana. Se dura da una a tre settimane si parla di insonnia a breve termine mentre, se persiste più a lungo, viene classificata insonnia a lungo termine (o cronica).
- Insorgenza: l’insonnia è spesso caratterizzata da difficoltà di addormentamento (la forma più comune): si chiama insonnia iniziale. Altrettanto spesso invece l’insonnia si manifesta come risveglio precoce, prima dell’alba, e si definisce insonnia terminale. Infine, i soggetti con risveglio durante la notte (una o più volte per poi riaddormentarsi) soffrono di insonnia centrale.
- Cause: l’insonnia viene classificata come primaria se non vi sono cause definite o patologiche che la generano. Più spesso l’insonnia è secondaria a situazioni “esterne” (stress, traumi psichici o fisici, turni di lavoro, cattive abitudini alimentari, eccesso di alcool, fumo o droghe,) oppure a vere patologie come ansia, depressione, malattie neurologiche o metaboliche, ipertensione.
Come curare l’insonnia?
La terapia dell’insonnia va impostata da un medico e non da altri. In linea di principio, vengono analizzate eventuali cause a monte, patologie, stati ansiosi o depressivi, traumi psicologici del paziente.
Sulla base di queste considerazioni, il medico poi potrà focalizzarsi su:
Strategie comportamentali
Dapprima si suggeriscono adeguate regolazioni dello stile di vita come, alimentazione, attività fisica, meno alcool, fumo e caffè, buona igiene del sonno (posizione, orari, luce, rumori).
Poi eventualmente, si adottano tecniche comportamentali più mirate che prevedono: la restrizione del sonno - ovvero la riduzione del tempo passato a letto – abbinata ad una terapia del controllo dello stimolo, cioè si impongono al paziente alcune regole come:
- mettersi a letto solamente quando si ha sonno e alzarsi quando non si riesce a risposare;
- usare la camera da letto solamente per dormire;
- alzarsi al mattino sempre alla stessa ora, senza concedersi pisolini diurni.
Altra cura dell’insonnia è l’utilizzo di tecniche di rilassamento. Lo scopo è quello di lavorare col paziente per ridurre gli stati iperattivi, la tensione muscolare e i pensieri che interferiscono con il sonno.
Cura psicologica
Contro l’insonnia è talvolta utile intraprendere un percorso psicoterapeutico per focalizzarsi sia sugli aspetti cognitivi che comportamentali che spesso alimentano il disturbo.
Il più conosciuto è il metodo CBT-I ed è un approccio che agisce sulle false credenze e le idee irrazionali dei pazienti relative al sonno. Durante gli incontri viene insegnato come ridurre le rimuginazioni pre-addormentamento e come agire sugli aspetti comportamentali che sostengono l’insonnia.
Inoltre, è spesso suggerito di compilare giornalmente un “diario del sonno” per monitorare gli orari in cui si è andati a letto, il tempo impiegato per addormentarsi, quante volte ci si è svegliati durante la notte etc.
Terapia farmacologica
In base alla situazione individuale, il medico potrà suggerire rimedi naturali contro l’insonnia (tipo estratti vegetali di camomilla, valeriana, etc.) o supporti farmacologici veri e propri.
Tra questi, i più comuni sono benzodiazepine, melatonina, antidepressivi, antipsicotici. Si tratta in genere di psicofarmaci sedativi e, come tali, devono essere usati con cautela e comunque sotto controllo medico. Infatti, accanto alla indubbia efficacia, possono essere a loro volta causa di problemi (principalmente effetti sulla vigilanza diurna e rischio di assuefazione).