Che cos'è la Medicina Narrativa
Storie di battaglie, di lotte contro dei mali non sempre curabili. Racconti di paura e coraggio. Testimonianze sul rapporto con la malattia, tra condivisione del passato, abbattimento dei tabù e aspettative per il futuro. Sono questi i principi alla base della Medicina Narrativa, termine coniato da Rita Charon per indicare quel tentativo di colmare le lacune della Medicina basata sull'evidenza soprattutto nel prendere in considerazione cure in relazione agli aspetti più personali del malato.
Se è vero, infatti, che la Medicina si arricchisce ogni giorno di nuove ricerche di natura scientifica e tecnologica, spesso, purtroppo, le innovazioni nono bastano per garantire la cura dei pazienti. È qui che entra in gioco la Medicina Narrativa, una pratica clinica che aiuta sia gli ammalati ma in particolare medici e infermieri a riconoscere certi aspetti più complessi della malattia, per migliorare l'efficacia delle cure.
In che modo? Proprio attraverso i racconti di chi quella malattia l'ha vissuta o la vive. Il tutto attraverso lo sviluppo della capacità di attenzione, riflessioni, rappresentazione e affiliazione con i pazienti e i colleghi. E proprio in ciò, la Medicina Narrativa si può considerare per certi aspetti vicina agli approcci olistici che caratterizzano le medicine non convenzionali, alla cui base si riscontra una soggettivizzazione del paziente. Un tipo di approccio che permette al paziente di non sentirsi solo, condividendo però allo stesso tempo testimonianze che potranno essere utili o persino fondamentali per i medici.
Esempi di Medicina Narrativa
E, proprio partendo da questo principio, si sono moltiplicati negli ultimi tempi i casi di iniziative che si muovono in tal senso. È il caso delle Storie luminose, un libro che raccoglie 50 racconti di persone con sclerosi multipla. Al centro le esperienze di straordinaria quotidianità di chi convive con la malattia. “La Sclerosi multipla è quindi un’occasione. Come altro dovrei prenderla? Certo è una scocciatura, ma non posso toglierla di torno. Sfruttiamola allora. Per capire che la vita è importante, che nulla è scontato, che il tempo è prezioso”, si legge nell'incipit della prima storia. Poi un susseguirsi di ritratti di piccole e grandi conquiste da ascoltare, condividere e imparare.
Nasce da questo principio anche il Primo premio letterario indetto dalla Fondazione Aiom 'Federica', dedicato a Federica Troisi, una giovane donna che ha combattuto la sua malattia con determinazione, continuando a scrivere, a sognare, a lavorare e amare. Il premio, nato da un'idea della dottoressa Stefania Gori (Direttore dell’Oncologia Medica dell’Ospedale Don Calabria-Sacro Cuore di Negrar - VR), si pone come obiettivo quello di incentivare e valorizzare i racconti di molti pazienti che hanno o hanno avuto a che fare con la malattia oncologica, ma anche dei familiari di pazienti oncologici o di operatori professionali del settore oncologico.
Curare con la Medicina Narrativa
La scrittura, dunque, come strumento terapeutico, per per rivivere con parole diverse un’esperienza drammatica e comunicare speranza. Non si tratta certamente degli unici due casi. A Milano, ad esempio, l’Istituto Nazionale dei Tumori con Salute Donna onlus rilancia con 'Oncostories' il “valore curativo della comunicazione tra medici e pazienti”. I diabetici dell’Amd dedicano un sito ai racconti dei pazienti così come i leucemici dell’Ail promuove storie ri-raccontate insieme alla scuola Holden di Baricco.
In tal senso, la Medicina Narrativa ha di giorno in giorno un maggiore bisogno di legarsi all'arte, attraverso l'uso di diversi strumenti: dalla scrittura alla musica, dalle arti figurative alla fotografia, dal teatro al cinema. Un racconto, insomma, che si muove a 360° per accendere allo stesso tempo i riflettori su un altro aspetto non sempre in evidenza all'interno del sistema sanitario, ovvero quello della comunicazione medico-paziente anche nell'ambito delle cure palliative.