Chi non vorrebbe una memoria a prova di bomba? Sarebbe bellissimo poter catturare nel nostro archivio interno ogni attimo di felicità, ogni informazione, ogni dettaglio da rispolverare al bisogno. Non siamo programmati per questo. Possiamo conservare la nostra esperienza, il passato, l’infanzia, i luoghi, le persone ma non possiamo registrare alla perfezione e a tempo indeterminato formule matematiche, sequenze di numeri, leggi, libri letti e così via.
Ci sono tuttavia tecniche e soluzioni per allenare e migliorare la memoria.
Come migliorare la memoria: le strategie
Le tecniche di memoria sono dei metodi scientifici studiati per immagazzinare le informazioni. Si evolvono nel tempo, man mano che gli studi sul cervello divengono più accurati, e ne esistono tante e diverse quanto i teorici che le hanno sviluppate. Su una cosa sono tutti concordi: la strategia scolastica di ripetere all’infinito quel che si studia richiede molta energia ma dà scarsi risultati.
Nel senso che la pratica è inefficace sul lungo periodo: a un certo punto le nozioni apprese si dimenticano lasciando magari il posto a una conoscenza più generale della materia (che è comunque essenziale alla crescita e alla formazione culturale di una persona).
Una delle strategie, oggi molto in voga, è quella delle mappe mentali, inventate dal cognitivista Tony Buzan: una rappresentazione grafica del pensiero. Applicate allo studio universitario si concentrano sulla pratica di iniziare a studiare non per imparare ma per spiegare ad altri, proprio come se ci si mettesse nei panni di un docente.
Un’altra strategia molto gettonata per migliorare la memoria il P.a.v.: la tecnica del paradosso. L’acronimo sta per “paradosso-azione-vivida” ed è un metodo che favorisce il ricordo attraverso la creazione di immagini e associazioni paradossali per attivare la sfera creativa, emozionale, del cervello. Le associazioni per essere efficaci devono risultare esagerate. Un esempio classico è la parola “autobotte” che può essere memorizzata immaginando vividamente una botte su quattro ruote che viaggia lungo una strada trafficata di auto. La parola “amore” si può memorizzare pensando a un re preso all’amo.
Interessanti sono anche i loci ciceroniani: una tecnica antichissima, sviluppata nel I secolo a.C. da uno dei più famosi oratori e filosofi della storia. Cicerone usava, per memorizzare meglio i suoi lunghi discorsi, abbinare i concetti a dei luoghi familiari (loci). Già nell’antichità e senza studi scientifici a riguardo era chiaro che le informazioni si fissano meglio nella memoria se abbinati a delle immagini. La tecnica, sviluppata e migliorata, è valida ancora oggi.
Una famosissima ed efficace strategia per memorizzare i numeri si deve infine al matematico tedesco Leibniz che associava a ogni numero un suono, dentale, nasale e così via, per ricordare percettivamente cifre, codici, formule.
Oltre a quelle accennate qui, esistono molte strategie per migliorare la propria memoria. C’è che su questi temi ha costruito mestiere redditizio, con corsi per professionisti, tutorial e manuali. In linea generale, la creatività del pensiero è un ottimo alleato della memoria. Le capacità mnemoniche si possono sviluppare autonomamente imparando ad associare immagini a concetti. La cosa incredibile è che quanto più queste associazioni, per la maggior parte del tutto personali e intime, sono assurde e lontane dal reale tanto più funzionano.