Congiuntivite, asma, occhi lucidi, prurito, pizzicore e scolo nasale. I sintomi dell'allergia - che in primavera più che mai prendono il sopravvento - sono ben noti a tutti, tra i tanti rimedi che è possibile adottare, dai tradizionali antistaminici antistaminici all'omeopatia, oggi parliamo del vaccino antiallergico.
Sono milioni le persone che ogni anno combattono il malanno stagionale più diffuso della bella stagione, quando pollini e fiori - al netto della loro bellezza - diventano fatali. La ricerca negli ultimi anni ha trovato una soluzione che ad oggi - a dirla tutta - non è ancora particolarmente diffusa. Si tratta di una vera e propria desensibilizzazione, ovvero una immunoterapia specifica che viene usata per la cura delle malattie allergiche dell'apparato respiratorio.
La terapia
Ma in che cosa consiste la vaccinazione antiallergica? Essa si basa sulla somministrazione in dosi crescenti di un estratto che contiene, in dosi minime, l'allergene che provoca la sintomatologia allergica. L'organismo, pian piano, si abitua alla presenza della sostanza scatenante, e quando questa si presenta in dosi massiccie (come in primavera), questo trattamento aiuta a ridurre la risposta immunitaria del corpo.
Tempi di somministrazione
La strategia più efficace è quella di iniziare le somministrazioni entro Dicembre. Il corpo ha così tutto il tempo necessario ad abituarsi all'allergene, fino al mantenimento. Per combattere il naso chiuso, gli occhi arrossati e tutti i sintomi dell'allergia primaverile, è possibile però iniziare la Terapia anche a febbraio, anche se con risultati meno efficaci rispetto a quella anticipata.
Test
Prima di ricorrere al vaccino, però, è certamente necessario conoscere con certezza le proprie fonti di allergia, effettuando i test nei laboratori di analisi specializzati. Per gli allergeni che durano tutto l'anno la terapia si può fare in qualsiasi periodo. Secondo molti specialisti, il momento più appropriato per fare il test è ottobre.
Tempi di immunizzazione
La risposta che il corpo dà agli allergeni non è sempre facilmente prevedibile e soprattutto mai uguale. Essa, infatti, cambia da persona a persona a seconda dell'età e del grado di Allergia. Anche la presenza di Asma nel paziente e la qualità e quantità dell'estratto di allergene iniettato nel corpo, possono produrre delle differenze significative nel risultato del vaccino. In alcuni pazienti, così, per contrastare in modo perentorio e duraturo l'allergia è necessario un ciclo di 3 o meglio di 5 anni di terapia. È possibile, però, anche continuare il vaccino per più di 5 anni, associato a terapia farmacologica per un ottimale controllo dei sintomi. Vi sono però anche casi in cui alla cessazione del vaccino si ripresentano i tanto odiati sintomi. In quel caso è possibile ripetere il trattamento, in associazione alla classica terapia con antistaminici. È chiaro che il trattamento delle allergie tramite vaccinazione è una decisione che sono il medico curante, insieme allo specialista allergolo può prendere.
Per approfondire guarda anche “Vaccini antiallergie“