Un volume online per spiegare l'utilizzo delle sigarette elettroniche e aiutare a dire addio alle bionde. È la novità, che da oggi diventa a portata di click, sbarcata su Amazon e che potrà essere scaricata da tutti su smartphone, tablet e pc.
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Si chiama La verità sulla sigaretta elettronica e si pone come un utile strumento per utilizzare le e-cig. Un vero manuale, frutto di un lungo percorso scientifico e intellettuale, ideato e scritto dagli autori di 101 motivi per non fumare. Un medico, Fabio Beatrice, direttore Centro Antifumo San Giovanni Bosco di Torino, e una giornalista scientifica, Johann Rossi Mason, che hanno deciso di mettere a punto le loro conoscenze e esperienze e divulgarle attraverso lo strumento che ha più ampia diffusione.
Nella descrizione, per tutti gli scettici a riguardo, si legge: "Se hai comprato una sigaretta elettronica sperando che ti aiutasse a smettere di fumare e se poi è finita in un cassetto, questo è il tuo libro. Ma è il tuo libro anche se hai deciso di passare alla sigaretta elettronica ma hai dei dubbi e non hai ancora preso la decisione di provarla. Se invece sei uno che non fuma poiché prima o poi avrai a che fare con dei fumatori e degli utilizzatori di sigaretta elettronica questa lettura ti aiuterà a rapportarti con loro". Gli autori spiegano, infatti, che dopo il vero e proprio boom del 2011, quando la novità aveva conquistato le pagine dei giornali e tutti avevano il desiderio di provare le e-cig, per smettere di fumare e spesso solo come diversivo, "all'euforia dello svago - dicono - che li faceva assomigliare ad allegri trenini, è seguita però una certa delusione per chi aveva pensato di smettere solo accendendo il nuovo dispositivo. Ci siamo resi conto che la gente aveva in mano uno strumento dalle grandi potenzialità ma nessuno aveva capito come usarlo per ottenere il risultato di passare dalla sigaretta all’elettronica superando la dipendenza e il craving".
A quel punto, mentre i ricercatori iniziavano a studiare gli effetti del nuovo modo di fumare concentrandosi sulla dicotomia fa bene o fa male, a Torino il dottor Beatrice e il suo staff iniziava a pensare a un metodo, senza mai perdere di vista l’utilizzatore finale.
Vittime del fumo nel mondo e in Italia
Inutile addolcire l'argomento: le sigarette uccidano oltre 6 milioni di persone nel mondo per patologie correlate e che provoca più morti di alcol (2,5 milioni), obesità (2,8 milioni), incidenti stradali (1,2 milioni) e omicidi (473mila) messi insieme. Liberarsi dalla dipendenza del fumo è certamente molto difficile, ma si stima che se il 50 per cento dei fumatori italiani passasse alla e-cig, si potrebbero salvare oltre 40 mila vite l'anno e risparmiare almeno 3 miliardi di costi sanitari. Secondo le stime del Ministero della salute, solo in Italia le morti attribuibili al tabacco sono circa 80 mila all'anno. Il 48 per cento per patologie oncologiche (38.400 decessi), il 25 per patologie cardiache (20mila), il 17 per patologie respiratorie croniche (13.600), il 10 ad altre patologie (8.000).
In quanti in Italia provano a smettere di fumare?
Nel Belpaese, ogni anno, sono meno di 18 mila i fumatori che si rivolgono a un centro antifumo per provare a smettere di fumare. Di questi, alla fine ce la fanno circa la metà, ovvero meno dello 0,1 per cento dei fumatori. Circa 11 milioni di persone, però, continuano a far parte di coloro che non riescono a dire addio alla sensazione che provoca accendere e fumare una sigaretta. Secondo una ricerca Doxa-ISS il 45 per cento degli intervistati nel 2013 e il 35,3 nel 2014 riteneva che i vaporizzatori possano essere un buon mezzo per smettere di fumare. In generale un buon fumatore si può definire davvero ex non prima dei sei mesi dall'ultima sigaretta. Solo il 5 per cento riesce a smettere senza aiuto, il 12 con una Terapia comportamentale, il 16,8 per cento con i prodotti sostitutivi della nicotina e il 25 per cento con i farmaci.
Come le e-cig possono ridurre i danni
La tanto discussa e oggi per certi aspetti abbandonata sigaretta elettronica ha consentito di allargare gli orizzonti verso un approccio nuovo di riduzione del danno. Il fumatore viene accompagnato in un percorso con degli obiettivi che prendono in considerazione la storia di tabagista di ognuno.
“Come medici ed esperti dell’argomento - spiegano gli autori - ci auspichiamo che sempre più persone smettano, ma siamo anche consapevoli che la cessazione totale è un traguardo difficile e non è un obiettivo percorribile da tutti. Anche una diminuzione significativa delle sigarette fumate e del loro venefico corollario in termini di sostanze tossiche e cancerogene in certi casi può essere utile. Ai fumatori preme maggiormente il piacere immediato rispetto al beneficio di un futuro remoto".
Cosa succede quando si smette di fumare
I vantaggi sulla salute sono tangibili fin da subito quando si decide di lasciare la bionda. Dopo 20 minuti dalla fine dell’ultima sigaretta la pressione arteriosa si normalizza, dopo 8 ore il livello di Ossigeno inizia a regolarizzarsi, dopo due settimane il cuore pompa il sangue con rinnovato vigore, la funzione polmonare migliora del 30 per cento. E, dulcis in fundo, dopo 5 anni dall’ultima cicca spenta nel posacenere la mortalità per tumore al Polmone torna quasi normale mentre dopo 10 il rischio di ammalarsi di cancro fumo-correlato torna a un livello di rischio da semaforo verde.
Abbandonare la sigaretta con un programma mirato: la ricerca
Secondo i ricercatori dell'Osservatorio fumo, alcol e droga dell'Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco ASL TO 2 di Torino, un fumatore su due può abbandonare l'uso della sigaretta tradizionale grazie a un programma di monitoraggio guidato.
L'esperimento è stato condotto su 34 forti fumatori resistenti ad ogni tipo di intervento di cessazione al fumo. Lo studio ha riguardato 34 fumatori, 18 uomini e 16 donne, di età media di 40 anni, che consumavano circa 20 sigarette al giorno da almeno venti anni, reclutati al centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Attraverso un programma di aiuto simile, si è potuto valutare che si possono ottenere risultati superiori a tutti gli altri metodi.
"Già dopo il primo mese di studio - spiega Fabio Beatrice - il 74 per cento dei partecipanti utilizzava la sola sigaretta elettronica, un 18 per cento sia la sigaretta elettronica che una/cinque sigarette normali e solo un 8 per cento dei partecipanti continuava a fumare le normali sigarette".
I risultati ottenuti
Già dopo il primo mese di programma, i fumatori di elettronica e i fumatori misti presentavano un valore di monossido di carbonio nell’espirato significativamente più basso, raggiungendo i livelli cosiddetti normali (0,3‐0,5 per cento) presenti nella popolazione non fumatrice.
"Con questo studio - spiega ancora lo specialista - abbiamo dimostrato inoltre che il metabolita plasmatico della nicotina, la ‘cotinina’, aveva concentrazioni simili a quelle di partenza nei tre gruppi, indicando che i fumatori di elettronica erano capaci di assumere tutta la nicotina necessaria per evitare il fenomeno di ‘craving’ ossia la crisi di astinenza. Dopo otto mesi dall’inizio dello studio, oltre il 50 per cento dei partecipanti allo studio usava esclusivamente la sola sigaretta elettronica, un 24% si dichiarava fumatore misto ed un 26 per cento tornava ad essere fumatore di sole sigarette di tabacco".
In questi due ultimi gruppi è tuttavia "presente una riduzione significativa del numero di sigarette quotidiane con una conseguente diminuzione significativa, del monossido di carbonio nell’espirato e pertanto una significativa diminuzione dell’indicatore di danno polmonare”.
Per approfondire guarda anche ”Cessazione del fumo”