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Siamo un popolo di ipertesi? Epidemiologia nazionale dell'ipertensione arteriosa

Intervista al Prof. Carmine Vecchione in occasione dell'evento online LiveInHealth #Ipertensione
In questo articolo:

Intervista al Prof. Carmine Vecchione. Specialista in Cardiologia, Professore Associato presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli studi di Salerno, Direttore U.O.C del programma di Cardiologia Riabilitativa, Azienda Ospedaliera Universitaria, Coordinatore della Regione Campania della Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa.

1. Qual è la prevalenza dell'ipertensione in Italia?

L’ipertensione è una malattia molto diffusa in Italia: abbiamo una percentuale superiore al 60% nell’uomo e 48-50% nella donna, con una distribuzione che sembra sovrapponibile nelle diverse parti d’Italia. Consideriamo di base che la Pressione arteriosa nell’uomo è maggiore rispetto alla donna e questo vale praticamente sia nel nord, nel centro e nel sud Italia con le isole, però un dato importante, rilevante, è che nella donna del centro ha un valore pressorio sisto-diastolico inferiore rispetto a quello del nord o del sud Italia.

2. Come è cambiata la prevalenza dell'ipertensione negli ultimi dieci anni?

Ci sono dei dati dell’Osservatorio Cardiologico Nazionale che ci dice che, negli ultimi dieci anni, per quanto riguarda l’uomo non ci sono stati dei cambiamenti nei non ipertesi; c’è stato un cambiamento, invece, nelle donne per quanto riguarda il raggiungimento di valori non ipertesi: è aumentata la percentuale di donne che si avvicinano ai valori di normalità rispetto a dieci anni fa. Ma un dato praticamente che invece ci deve far preoccupare, che è in aumento, è rappresentato dall’incremento dei livelli pressori dei pazienti non adeguatamente trattati. E questo ci deve far riflettere perché praticamente dobbiamo…proprio le campagne come oggi di sensibilizzazione devono aiutare la popolazione innanzitutto a far capire cosa deriva dal trattare e non trattare l’ipertensione arteriosa e che il più delle volte non bisogna aspettare la comparsa di un sintomo che, alcune volte, può essere anche la comparsa di un sintomo che equivale a un ictus cerebrale o a un infarto del miocardio, ma che la pressione arteriosa va costantemente misurata e che, addirittura, è importante praticamente non discontinuare la Terapia perché purtroppo uno dei nostri problemi oggi è la non aderenza al trattamento farmacologico: il paziente sta bene, quindi il paziente non ha sintomi, il paziente interrompe la terapia e questo è un problema. Quindi dobbiamo trasmettere alla popolazione, sensibilizzare la popolazione per far capire soprattutto che cosa significa continuare una terapia e che cosa significa discontinuare il trattamento farmacologico.

3. Come si correla l'aumento dell'ipertensione con gli stili di vita?

Sicuramente ci sono alcuni fattori di rischio che sono rappresentati da un eccesso di abitudini alimentari, per esempio un introito di sale eccessivo: ricordiamo che il sale è contenuto negli alimenti quindi un’aggiunta eccessiva al di fuori di quello degli alimenti è un importante fattore di rischio. Quindi bisogna contenere il sale nella dieta: ricordiamo che 5 grammi…il valore praticamente consentito è quello a 5 grammi di sale che corrisponde poi a 2,5 grammi di sodio. Poi abbiamo altri fattori quali l’obesità, il fumo di sigarette o altre condizioni come la stessa dislipidemia, il diabete, la sedentarietà: ebbene è importante praticare un’attività fisica, un’attività quotidiana, un’attività costante settimanale che non deve essere per forza una corsa veloce ma può anche praticamente essere rappresentata da una passeggiata veloce, una passeggiata fatta costantemente durante la settimana. Questi, il fumo di sigaretta, l’obesità, la dislipidemia sono dei portanti fattori di rischio perché rappresentano un killer per la funzione vascolare. La funzione vascolare ha un ruolo importante nell’ipertensione arteriosa perché sappiamo che un vaso più rigido, un vaso con disfunzione dell’endotelio - l’endotelio è una parte interna dell’organo che produce una sostanza importante, l’ossido nitrico, che partecipa al benessere vascolare -, una disfunzione di questa componente determina una maggiore rigidità della componente vascolare. Una maggiore rigidità significa incremento delle resistenze periferiche e quindi di conseguenza la comparsa di elevati livelli pressori. Quindi il suggerimento è quello di cercare di correggere quelle che sono le cattive abitudini alimentari, il fumo di sigarette, l’obesità, una dieta adeguare, limitare l’introito di sodio, attività fisica e soprattutto smettere di fumare. 

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Ultimo aggiornamento: 05 Giugno 2019
5 minuti di lettura

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