Durante la fisiologica risposta sessuale di un uomo sicuramente l’eiaculazione è la “fase” più complessa. In generale i disordini dell'eiaculazione si possono classificare come dovuti ad una ipereccitabilità oppure legati ad un deficit di produzione o d’espulsione. Alla prima categoria appartengono le problematiche più comuni e l'eiaculazione precoce ne è l'esempio clinico più noto e frequente.
Le cause dell'eiaculazione precoce possono essere diverse: psicologiche, urologiche, ad esempio da stimoli patologici legati a lesioni irritative o infiammatorie dell'uretra prostatica o delle vescicole seminali, neurologiche da eccessiva stimolazione periferica o da diminuita inibizione del sistema nervoso centrale.
Come già detto, l’eiaculazione precoce è considerata il disordine sessuale maschile più frequente; in un’indagine epidemiologica, compiuta alcuni anni fa dal nostro Centro, in cui erano state intervistate 1500 coppie a caso, cioè non “selezionate”, emergeva come questo problema fosse presente in circa il 20.7% degli uomini. In uno studio epidemiologico statunitense più recente si è calcolato addirittura che circa il 40% degli uomini, con età inferiore ai quaranta anni, lamentava questo disturbo sessuale.
Le cause dell'eiaculazione precoce
L'eiaculazione precoce è stata “storicamente” considerata come un disturbo sessuale causato soprattutto da problemi di natura psicologica invece, secondo acquisizioni neurofisiologiche ed urologiche più recenti, si è visto che questa disfunzione può essere scatenata da precise alterazioni di natura organica.
Indagini neurologiche, come i potenziali evocati sacrali, hanno mostrato come l'ampiezza della risposta elettromiografica, a livello del piano perineale, era in modo significativo più importante negli uomini che lamentano questo disturbo sessuale.
Altre cause, spesso sottovalutate, sono la presenza di lesioni irritative o infiammatorie delle vie uro-seminali, in particolare dell'uretra prostatica. Precise e mirati esami colturali sulle urine, sul secreto prostatico e sul liquido seminale possono costituire un elemento diagnostico decisivo, soprattutto nelle eiaculazioni precoci non primarie, cioè quelle che compaiono dopo un periodo di tempo in cui l’uomo non aveva mai lamentato questo problema sessuale.
Terapie per l'eiaculazione precoce
Fino a pochi anni fa la terapia, in presenza di una Eiaculazione precoce, era praticamente focalizzata verso interventi di tipo psicologico o, in alcuni casi, veniva indicata anche la psicoanalisi; oggi, oltre alle più nuove terapie sessuali, costituite da tecniche comportamentali integrate, trovano un loro spazio importante anche alcune prospettive farmacologiche.
Già in precedenza erano stati utilizzati, nel trattamento di questo disturbo sessuale, farmaci che riducevano il controllo del sistema nervoso autonomo e tra questi ricordiamo gli antidepressivi triciclici e le fenotiazine, che agiscono controllando il sistema nervoso simpatico e quindi rallentano la prima fase dell'eiaculazione. Si sono utilizzati anche alcuni farmaci alfa-litici, questi agiscono attraverso un meccanismo che blocca i recettori adrenergici a livello della muscolatura liscia dell'apparato genito-sessuale e ne bloccano le contrazioni.
Sul versante farmacologico poi in questi ultimi anni è stato proposto l’uso di una nuova molecola, l’unica ad avere l’indicazione nel trattamento di questo disturbo: la Dapoxetina; questa è una sostanza che agisce sempre a livello del sistema nervoso centrale alzando i livelli di serotonina, un importante "freno naturale" dell'eiaculazione. L'assunzione di questo farmaco è al bisogno, cioè almeno un'ora prima del rapporto; gli effetti collaterali segnalati sembrano essere minimi e limitati ad occasionali nausee ed improvvisi cali pressori.
A queste strategie farmacologiche recentemente si è aggiunto anche l’uso di uno spray anestetico dedicato (a base di lidocaina e prilocaina) da mettere sul glande; in questo caso bisogna stare attenti a far trascorrere un tempo appropriato prima del rapporto, per evitare che anche la partner venga anestetizzata.
Eiaculazione precoce: il ruolo della partner
Oggi non deve sorprendere che in una cultura come la nostra l'eiaculazione precoce sia un problema in costante aumento. L’andrologo che si occupa di queste problematiche sessuali spesso osserva come la difficoltà nel controllo eiaculatorio è associata alla presenza di ansia, stress e tutto questo spesso crea un circolo vizioso del tipo: eiaculazione precoce, prestazione ansiosa ed ancora Eiaculazione Precoce e via di seguito fino in alcuni casi ad avere poi anche una caduta del desiderio e un disturbo dell’erezione.
All'inizio la partner manifesta comprensione e dà anche un supporto psicologico all’eiaculatore precoce e quest’atteggiamento può aiutare, in alcuni casi, a risolvere il sintomo: l'uomo, prende confidenza e familiarità con la propria partner e così arriva a migliorare in modo significativo la qualità e i tempi del suo rapporto. Se il problema però persiste e la donna è lasciata continuamente in una situazione di frustrazione, il suo incoraggiamento iniziale spesso si trasforma in aggressività. Questo comporta per l'uomo invece effetti negativi come appunto l'aumento dell'Ansia e la sua sensazione d’inadeguatezza.
Trattamento psicoterapeutico per l'eiaculazione precoce
Sappiamo che il trattamento di questa disfunzione ha previsto per diverso tempo l'utilizzo di tecniche empiriche, tese a diminuire il livello di eccitamento e delle sensazioni sessuali. Queste tecniche includevano l'utilizzo di preservativi, l'applicazione di pomate o sostanze anestetiche, il consiglio di concentrarsi su altri pensieri e non sulla propria attività sessuale.
L’introduzione dell'utilizzo di farmaci che moderano il sistema nervoso simpatico, responsabile dell'evento eiaculatorio, è sicuramente risultato utile, se supportato anche da altre strategie psicoterapeutiche; tra queste quelle ritenute più efficaci sono:
- la tecnica della compressione proposta dai sessuologi Masters e Johnson, cioè quella di stringere il glande tra pollice e indice prima dell’eiaculazione;
- la tecnica abbastanza simile, chiamata "stop-start", individuata per la prima volta dall'urologo Semans e rivalutata in seguito anche dalla sessuologa Helen Kaplan.
Queste tecniche in sostanza prevedono che l'uomo raggiunga l'erezione; a questo punto si sdraia sulla schiena e cerca di concentrarsi sulle sensazioni che prova mentre è stimolato; quando si sente vicino al piacere orgasmico, deve dire alla partner di fermarsi. Quando "l'urgenza eiaculatoria" cessa, l'uomo invita ancora la partner a riprendere la stimolazione per poi fermarsi ancora quando si ripresenta un’eccessiva "intensità di piacere"; questo procedimento viene ripetuto quattro o cinque volte.
In presenza di una causa organica (infiammatoria o neurologica) infine la terapia deve sempre essere mirata a risolvere questi problemi clinici e quindi bisogna in questi casi utilizzare sia antibiotici, che antinfiammatori o alfa litici.