Theohrast von Hohenheim nacque nel 1493 a Einsiedeln, vicino Zurigo, da un padre medico ed una madre direttrice dell'ospedale dei pellegrini, che morì poco dopo il Parto. Trascorse i primi anni della sua vita nella cittadina natale, poi cominciò a girare per diverse università tedesche, quali Heidelberg, Wittenberg, Monaco, Ingolstadt, ecc.
Divenne allievo di Tritemio, abate di S. Giacomo a Wurzburg ma seguì anche Agrippa von Nettesheim, che lo iniziò alla Alchimia, all'Astrologia e alla Magia. Fu in quel periodo che cambiò il suo nome in quello di Paracelso, che significa 'più di Celso' (un famoso medico dell'antichità).
Paracelso viaggiò molto; fu soprattutto un'esigenza, poiché fu molto osteggiato durante la sua vita. Egli amava frequentare luoghi all'epoca ritenuti poco raccomandabili, quali osterie e taverne, e spesso rimaneva coinvolti in risse e beghe varie. In Italia si laureò in medicina a Ferrara, poi continuò i suoi vagabondaggi in Francia, Spagna, Olanda, Danimarca, Svezia, Inghilterra, Polonia, Russia. Nel 1524 ritornò in Germania a Basilea, dove fu nominato Professore di Fisica, Medicina e Chirurgia.
Tre anni più tardi fece un gesto che rimarrà nella storia: fece bruciare pubblicamente dai suoi studenti i testi di Galeno ed Avicenna, bollandoli come ignoranti in materia medica. Fu da questo gesto che partì il rancore della classe medica verso di lui, supportato anche dalla convinzione di Paracelso che i rimedi naturali, quelli che egli trovava tra le donne contadine, fossero più efficaci di tante terapie applicate dai medici nelle Università.
In quel periodo, in cui l'Inquisizione bruciava presunte streghe sui roghi di tutta Europa, era facile far passare un medico per stregone, soprattutto dopo le dimostrazioni di 'guarigioni miracolose' che Paracelso continuamente effettuava.
Scappato da Basilea per un mandato d'arresto dovuto ad una invettiva contro dei giudici e contro le autorità cittadine, Paracelso riprese la sua vita da vagabondo.
Morì a Salisburgo nel 1541, solo tre mesi dopo il suo arrivo, chiamato dal vescovo di quella città. Sono molti i misteri che gravano attorno alla sua vita e, soprattutto, alla sua morte.
Si dice che sia stato avvelenato, altri affermano invece che fu ucciso a bastonate; certo è che sul Cranio fu trovata una frattura lungo tutto l'Osso temporale, che potrebbe essere stata la causa della morte, ma potrebbe anche essere dovuta ai continui disseppellimenti delle sue ossa.
Misterioso è anche il sesso; molte leggende dicono che fosse un evirato, a dimostrazione del fatto che non gli sia mai cresciuta la barba, e pare che anche gli studi effettuati sulle ossa del cranio di Paracelso sembrano corrispondere in tutto e per tutto a quelle di un cranio femminile.
Quello che resta sicuro è la grande considerazione in cui Paracelso aveva i suoi pazienti e la considerazione che nutriva per i rimedi naturali, ritenendoli più efficaci di quelli somministrati negli ospedali e nelle Università di Medicina e mettendo così la prima pietra per l'avvento dell'omeopatia.