Se presso alcune antiche Civiltà i metodi di contraccezione (da parte della donna) furono alquanto ben caratterizzati (ad esempio al tempo di Cleopatra si usavano in Egitto pessari fatti con feci di coccodrillo), presso ogni altra popolazione furono sempre escogitati mezzi e pratiche più o meno efficaci per evitare gravidanze indesiderate. Tra tutti primeggiavano i pessari (con foglie di papiro in Egitto, fecola di patata in Bolivia, di papaia in India), che esplicavano quindi un’azione anticoncezionale quasi esclusivamente meccanica. Ma si ricorreva anche ad altri ingredienti, come la cera d’api (che non fonde alla temperatura endovaginale), il grano contaminato dalla segale cornuta o il fungo Fusarinum, che oggi si sa contenere micotossine con proprietà estrogeniche, oppure piante della famiglia delle Dioscoree con le loro note proprietà progestiniche.
Esisteva inoltre un numero infinito di preparati a base di erbe, da assumere in vario modo. Ad esempio, le donne indiane Cherockee del Nord-America ricorrevano alla cicuta in piccolissime dosi, mentre le Navajo usavano un infuso di Battia dissecta, le Shoshoni del Nevada un infuso del litospermo (Lithospermum ruderale) e le Hopi una polvere fatta con la radice essiccata dell’Arisaema triphillum (tulipano indiano), che oggi gli americani indicano con il curioso nomignolo di “Jack-in-the-pulpit”. Nelle foreste centrali del Paraguay la Stevia revaudiana, essiccata, ridotta in polvere e bollita in acqua, avrebbe “assicurato” la sterilità assoluta. Tale proprietà è stata confermata sperimentalmente di recente.
Del resto, molte pratiche empiriche hanno rivelato i loro fondamenti alla luce della moderna sperimentazione farmacologica, come piante ricche di tannino (notoriamente dotato di azione spermicida) usate sin dall’antichità dalle donne di Sumatra. E i primi esperimenti sulla pillola furono eseguiti sul Progesterone vegetale contenuto nella pianta messicana Cabeza de negro.Largo uso si faceva anche di pozioni a base di ruggine di ferro, polvere di terracotta, timo, lavanda, prezzemolo, asparagi, foglie di salice e numerosi altri ingredienti.
Ma per impedire il concepimento si ricorreva anche ad altri mezzi, ad esempio alle docce endovaginali, oppure -nella Guyana e nella Martinica, all’applicazione locale di un liquido a base di succo di agrumi e un’essenza estratta dalla corteccia del mogano.
Innumerevoli erano poi le pratiche magiche, gli esorcismi, gli amuleti, per non parlare della contraccezione maschile.
Pur non conoscendosi sin quasi al XIX secolo della nostra èra i reali meccanismi alla base del concepimento, è stata da sempre esperienza comune che l’astinenza dal rapporto sessuale è sistematicamente connessa alla non gravidanza. Ed era proprio questo un metodo praticamente infallibile per evitare gravidanze indesiderate, che i vari popoli seguivano in funzione di eventi naturali come il ciclo lunare, le stagioni, il fiorire di determinate piante, il periodo delle semine, ecc. Per di più, venivano sfruttati quei naturali “periodi fecondi e infecondi” della donna emersi dall’esperienza popolare, che soltanto negli anni 1930 il giapponese Kjusaku Ogino e l’austriaco Hermann Knaus avrebbero poi codificato su basi scientifiche.
Eppure già Ippocrate (V secolo a.C.), nel suo De mortiis mulierum tentò di precisare quali fossero i giorni infecondi, facendoli coincidere con il momento immediatamente successivo alla mestruazione; mentre Sorano di Efeso (II secolo d.C.) considerava “pericoloso” il periodo immediatamente precedente e seguente la mestruazione, e “sicuro” quello intermedio. Concetto questo che avrebbe tenuto banco per circa altri duemila anni.
Tanti altri metodi, popolari e non, sono stati escogitati nel tempo nel tentativo di attuare una contraccezione per quanto possibile sicura. Soltanto agli inizi degli anni 1960 il biologo statunitense Gregory Pincus riuscirà a realizzare la prima pillola anticoncezionale veramente efficace combinando un estrogeno con un progestinico (Progesterone di sintesi). Da allora, con vari miglioramenti la contraccezione è divenuta un metodo efficace e sicuro. Decisamente meno precario dei pessari a base di feci di coccodrillo usati al tempo di Cleopatra...
A cura di:
Luciano Sterpellone - Patologo