Sarebbe stato preferibile far precedere la biopsia epatica all'inizio della terapia antivirale, ma ciò non è obbligatorio ed attualmente è messo in seria discussione tale comportamenteo. Infatti la risposta istologica fornita dalla biopsia epatica solitamente non comporta alcuna variazione decisionale in merito alla terapia da intraprendere. La riduzione dei valori di aminotransferasi in corso di terapia è certamente un buon segno. Se la carica virale si riduce di due logaritmo rispetto al valore iniziale o si negativizza già dopo 4 settimane è un ottimo segno di grandi probabilità di riuscita della terapia, anche se il non ottenerlo non indica certezza di non riuscita. E' vero che il suo genotipo risponde per circa il 50% dei pazienti. Solitamente sono considerati fattori non favorenti la risposta l'obesità, la sindrome metabolica, una cariva virale iniziale elevata, la riduzione del dosaggio di ribavirina in corso di terapia.