Salve ho 51 anni e dal periodo del COVID cioè Gennaio 2020 ho iniziato a fare uso di coca. Adesso a distanza di qualche anno mi trovo ad usarla due o tre volte a settimana e la media che sniffo è 1-1,5 grammi. Dopo tutte le varie cose da fare tipo lavare i denti colluttorio e filo interdentale 3 volte al giorno prendo una boccetta di Clonazepam e la bevo tutta x rilassarmi. Uso anche il Lorazepam 2 compresse da 2,5 mg spesso 2 compresse ma non dormo. Per esempio c'è una settimana che non uso niente solo 20 gocce di Clonazepam e 1 compressa di Lorazepam prima di dormire e sto ok. Questa settimana questa è la terza notte che non dormo nonostante la terapia la coca finisce scendo in strada e la riprendo. Domani sicuramente crollerò tardo pomeriggio. Ho perso tutta la famiglia sono solo ma non sono troppo socievole quindi mi chiudo a casa e vado. Datemi un consiglio io fino all'età di 49 anni non ho mai usato droghe e adesso è un casino. Grazie.
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso la sua storia qui e per la fiducia dimostrata, nonostante sia evidente quanto la situazione le crei disagio e sofferenza. Riassumendo ciò che ha raccontato, il suo utilizzo di cocaina, iniziato nel periodo della pandemia, è ormai diventato frequente, con un consumo medio di circa 1-1,5 grammi, due o tre volte a settimana. Questa abitudine la porta a non dormire, a sentirsi sempre più isolato e a usare benzodiazepine come il Rivotril e il Tavor per cercare di calmarsi e prendere sonno, con risultati sempre meno soddisfacenti.
Questa condizione, purtroppo, non è rara, e negli ultimi anni molti individui, colpiti dalla pandemia e dal cambiamento sociale che ha portato, hanno visto peggiorare situazioni di stress e iniziare dipendenze per la prima volta in età adulta. L’uso di cocaina, come forse ha già sperimentato, porta a una spinta di energia e piacere immediato, ma a lungo andare ha un effetto devastante sul sistema nervoso e psichico. Essa, infatti, altera in modo significativo i circuiti cerebrali legati alla motivazione, all’umore e al controllo degli impulsi, creando quel "circolo vizioso" in cui si è trovato anche lei, in cui al bisogno di cocaina si unisce la necessità di tranquillizzarsi con sedativi, come le benzodiazepine.
I dosaggi di benzodiazepine che riferisce (compresse di Tavor da 2,5 mg e Rivotril) sono già molto alti, e questa combinazione con la cocaina può influire gravemente sul funzionamento del suo sistema cardiovascolare e respiratorio, aggravando anche i disturbi del sonno e lo stato ansioso. Da quanto scrive, sembra percepire già di essere entrato in una dipendenza, ma nonostante i tentativi di "staccare" per alcuni giorni, il bisogno della sostanza la riporta sempre allo stesso schema.
Vorrei incoraggiarla a pensare a una via d'uscita diversa, che possa aiutarla a riprendere in mano la sua vita. In un caso come il suo, un percorso di disintossicazione e supporto psicoterapeutico potrebbe davvero fare la differenza. Esistono comunità terapeutiche e centri specializzati dove viene offerto aiuto anche in fase di emergenza, in cui le persone vengono assistite nel recupero fisico e mentale attraverso un lavoro multidisciplinare: una combinazione di terapia farmacologica e sostegno psicologico per affrontare la dipendenza e i vissuti di solitudine e sofferenza. Questo percorso, se seguito con continuità, offre una solida possibilità di recupero e stabilità.
Inoltre, sarebbe fondamentale rivedere la terapia farmacologica in un contesto protetto: il consumo irregolare di benzodiazepine, soprattutto in dosi elevate, può peggiorare l’insonnia e l’ansia, oltre a far crescere la tolleranza, cioè la necessità di quantità sempre maggiori per ottenere lo stesso effetto calmante. Un approccio guidato da uno specialista le permetterebbe di ridurre gradualmente e con sicurezza questi farmaci, senza rischi per la salute.
Comprendo quanto possa essere difficile cercare sostegno per una situazione che le provoca sofferenza e vergogna, ma si ricordi che ci sono persone pronte ad aiutarla se lei avesse un minimo di motivazione. Purtroppo, le dipendenze non si risolvono quasi mai con la sola forza di volontà. Richiedono un ambiente protetto, il sostegno di professionisti esperti e, in molti casi, la possibilità di condividere le proprie difficoltà con chi sta attraversando situazioni simili.
Le auguro davvero di riuscire a trovare una strada di cura che le dia sollievo e prospettive migliori per il futuro.
Cordiali saluti,
Federico Baranzini
Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano