Gentili Signori. Vi ho scritto più volte e Vi ringrazio molto per le risposte esaustive che ho ricevuto in passato. Purtroppo mi trovo di nuovo a sciverVi. Mi madre, operata nel 2004 per un epatocarcinoma di 9cm, insorto nel fegato SANO (non cirroctico od affetto da hcv-hbv etc.) e per una
Displasia severa della papilla e dell'ampolla di Vater, ha una
Recidiva diagnosticata un mese fa. Questa recidiva locale di 1,8 cm era stata giudicata trattabile mediante chemioembolizzazione dal Prof. Cortesi del Policlinico Umberto Primo di Roma. Alla seconda TAC di controllo fatta pochi giorni fa', la neoplasia recidiva è cresciuta in maniera abnorme ed è diventata di 6 cm. Sono comparsi inoltre altre lesioni focali nei dintorni. A questo punto, mi è stata dichiarata una sopravvivenza di tre/sei mesi. Premetto che mia madre in questo periodo sta "bene". Non ha dolori e non presenta sintomatologie gravi. Ci è stata proposta un approccio terapeutico mediante
Chemioterapia sistemica, ma allo stesso tempo ci è stata sconsigliata in quanto da scarsi risultati in termine di efficacia e molti disagi in termini di qualità della vita. Ora io, per scrupolo e non per sfiducia nei medici curanti, vorrei sapere se esistono approcci alternativi con una certa comprovata efficacia nel trattamente di questo problema. Sto cercando anche di avere una consulenza dal Centro Europeo Oncologico di Milano. Vorrei inoltre avere un vostro autorevole parere in merito. Considerando l'aspettativa di vita di mia madre, auspico in una Vostra solerte risposta in merito. Distinti saluti.