Il figlio di mio marito, 17 anni, é morto il 15 di questo mese. Aveva subito il 7 settembre un intervento in artroscopia al ginocchio. Dimesso dopo l'intervento, febbricitante, è stato sottoposto a
Terapia antibiotica senza alcun risultato. Dopo una decina di giorni, alla febbre si sono aggiunti altri sintomi (affanno, peso al petto, tachicardia). Fu portato di pronto soccorso in ospedale dove gli fu diagnosticata una trombo femorale ed assegnata una terapia a base di antibiotico e Cumadin. Dimesso, nonostante il persistere della febbre (max 38°). Dopo alcuni giorni, la febbre sale a 40/41°, viene di nuovo ricoverato, però in un reparto di infettivologia. Sottoposto ad una serie infinita di esami ematici, radiografici, ecografici ecc., non si determina la causa del peggioramento. Interviene un blocco renale, la situazione precipita, viene trasferito in sala di
Rianimazione con una diagnosi di setticemia, tutti gli organi erano stati interessati e danneggiati. Dall'esame di alcuni vetrini viene, in aggiunta, diagnosticata una istiocitosi maligna (senza terapia). Chiedo: l'infezione post-operatoria ha potuto determinare l'istiocitosi oppure l'intervento ha rappresentato l'evento scatenante ma non la causa dell'insorgere di questa malattia (forse genetica)? In altri termini, questo ragazzo, sano e forte con un quadro clinico perfetto prima dell'intervento al legamento del ginocchio é morto per
Infezione post-opearatoria oppure per una malattia genetica? Vi sarei grata se poteste aiutarci a comprendere meglio. Grazie. Dott.ssa Antonella.