Gent. Signora
Devo necessariamente essere prolisso nella risposta, sperando pero’ di essere chiaro.
Il termine “polipo” e’ comunemente usato come sinonimo di neoformazione benigna, ma in realta’ indica soltanto l’aspetto esterno della neoformazione cioe’ il fatto che sia un “qualcosa” che protrude all’interno del tubo digerente.
Da un punto di vista “visivo” un polipo puo’ essere “peduncolato” (cioe’ avere una forma di “fungo”, con un gambo piu’ o meno sottile) oppure essere “sessile” (cioe’ avere una forma di “collinetta”). L’aspetto visivo (“macroscopico”) condiziona anche il trattamento.
Da un punto di vista “istologico” (“microscopico”) un polipo puo’ essere NON TUMORALE (infiammatorio, iperplastico) oppure essere tumorale (ADENOMA o ADENOCARCINOMA). E’ ovvio che il trattamento corretto si puo’ solo impostare quando si ha un esame istologico completo SU TUTTO IL POLIPO, perche’ il polipo puo’ essere un adenoma benigno ma contenere aree di trasformazione adenocarcinomatosa.
Le probabilita’ di avere una trasformazione carcinomatosa in sono tanto piu’ alte quanto e’ grande il polipo. In pratica quante siano queste probabilita’ ha poca importanza. La conclusione e’ una sola: tutti i polipi sopra i 5 millimetri devono essere asportati e esaminati.
Quando il polipo e’ peduncolato la condotta e’ semplice: lo si asporta endoscopicamente. In genere, avendo il polipo stesso un “gambo”, l’asportazione endoscopica non e’ difficile e i rischi di complicanze sono cosi’ bassi da far preferire un primo approccio endoscopico. L’esame istologico del polipo dira’ poi se l’asportazione endoscopica e’ stata sufficiente oppure e’ necessario un successivo intervento chirurgico di resezione intestinale.
Quando il polipo e’ sessile (come sembrerebbe nel caso di Sua madre) la condotta non puo’ essere uguale per tutte le situazioni.
Certamente il primo passo e’ fare la coloscopia ottica (tradizionale) per avere una visione diretta del polipo. Durante la coloscopia l’endoscopista deve decidere che cosa e' piu' opportunofare, in base all’aspetto del polipo e alla sua posizione, al quadro clinico complessivo del paziente (perche’ ha fatto la coloscopia virtuale? ha malattie di altro tipo?). Questo perche’ l’asportazione di un polipo sessile e’ tecnicamente piu’ impegnativa e puo’ comportare complicanze severe.
Vi sono diversi quadri:
a) il polipo ha un aspetto molto sospetto per carcinoma, e’ effettivamente sessile con una base di impianto “larga” per cui e’ alto il rischio di perforazione della parete del colon (con conseguenze disastrose per il futuro oncologico del paziente). L’endoscopista puo’ rinunciare alla polipectomia, fare una semplice biopsia, e inviare il paziente direttamente al chirurgo;
b) il polipo ha un aspetto benigno, e’ in posizione favorevole, l’endoscopista ha sufficiente esperienza nelle polipectomie. L’endoscopista puo’ ragionevolmente procedere alla polipectomia.
Questi sono i due casi limite con in mezzo miriadi di situazioni intermedie.
La conclusione e’ che bisogna affidarsi a un coloscopista ricco di capacita’ e anche di buon senso.
Ci sono esami che possono aiutare l’endoscopista a fare la scelta giusta? Si’ e no. Certamente uno studi con lo scopo di valutare con accuratezza gli strati della parete del colon nella sede del polipo (TC o Risonanza Magnetica mirate, Eco-endoscopia oppure Ecografia intestinale) potrebbe aiutare ma non e’ facile che diano risultati definitivi.
A sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott. Piero Gaglia
Specialista in Chirurgia e in Oncologia