Gentile Signore,
la tolleranza al dolore è assolutamente soggettiva, nessuno può farle una colpa se lei percepisce come allucinanti situazioni che nella maggioranza delle persone può generare un fastidio, da modesto a soppportabile con un supporto terapeutico. Peraltro, il tentativo di inserire una endoprotesi ureterale senza anestesia richiede indubbiamente un grado di collaborazione inusitata da parte del paziente, tanto che senz'altro la maggioranza degli specialisti non ne consideri neanche la possibilità. Purtroppo, a differenza delle occasioni precedenti, questo calcolo di 13 mm certamente non sarebbe stato destinato ad essere espulso spontaneamente. Oggigiorno la soluzione di questi casi è ovviamente endoscopica (ureteroscopia operativa), ma in base alle proprie abitudini, alcuni operatori non eseguono l'intervento in tempo unico, ma preferiscono "preparare" l'uretere inserendo un'endoprotesi per qualche tempo. Questo atteggiamento (più comune in passato) è oggi quantomeno molto prudenziale, può rendere più agevole il trattamento del calcolo ma certamente allunga significativamente i tempi di risoluzione definitiva. Da quel che ci riferisce, nel suo caso questo assume i caratteri di una vera sofferenza, questo ci dispiace molto e le auguriamo che la sua brutta avventura giunga presto ad una conclusione favorevole. Lei ci dice inoltre di avere molti altri calcoli nei calici renali, ovviamente questi continueranno in futuro a costituire il rischio incombente di nuove coliche ripetute. La moderma endourologia, mediante l'utilizzo di strumenti operativi flessibili, rende possibili oggi interventi di "bonifica" con rimozione simultanea (e se possibile bilaterale) di tutte le concrezioni, ottenendo ottimi risultati - impensabili con le onde d'urto - e la possibilità di ripartire una buona volta "da zero" e magari con l'aiuto di un bravo nefrologo, instaurare un serio programma di prevenzione delle recidive.
Saluti