Logo Paginemediche
  • Programmi
  • Visite
  • Salute A-Z
  • Chi siamo
  • MediciMedici
  • AziendeAziende
decorazione 1
decorazione 2
decorazione 3
decorazione 4
decorazione 5
decorazione 6
circle
circle
Esperto Risponde

Mio padre dopo aver subito una emicolectomia a sx

Mio padre dopo aver subito una emicolectomia a sx circa un anno trattato con Chemioterapia in 8 cicli secondo schema folfox gli sono stati riscontrati tramite RMN n°6 lesioni nodulari con metastasi al lobo dx e una al lobo sx. CEA in incremento. Quali terapie migliori sono consigliabili?
Risposta del medico
Dr. Fegato.com
Dr. Fegato.com
La terapia delle metastasi epatiche varia in base al tipo di tumore primitivo, al numero di metastasi, alla localizzazione all'interno del fegato delle metastasi, alle condizioni generali del paziente. La terapia più efficace in assoluto è la chirurgia. Quando le metastasi (in particolare quelle del colon, del retto e quelle neuroendocrine) sono rimuovibili attraverso un intervento chirurgico, allora bisogna proporre al paziente l’operazione. Tutti i pazienti portatori di metastasi dovrebbero sempre essere valutati da un chirurgo esperto nella chirurgia del fegato, oltre che da un oncologo. I limiti della chirurgia consistono nelle cause di non-resecabilità della metastasi, quali le dimensioni del tumore o il numero dei noduli. Queste limitazioni sono state ulteriormente ridotte dai progressi della chirurgia, rese possibili grazie a particolari tecniche come l'embolizzazione portale e le "resezioni in due tempi" (la possibilità di eseguire due resezioni a breve distanza di tempo basata sulla capacità del fegato di rigenerare spontaneamente). La sopravvivenza dei pazienti operati dopo 5 anni dall'intervento supera il 30%. È possibile eseguire anche più di una resezione nello stesso paziente nel corso della sua malattia. Per le metastasi epatiche da tumori del colon-retto e da tumori neuro-endocrini la terapia chirurgica rappresenta l’opzione principale. Il ruolo primario della chirurgia è invece meno evidente e in fase di studio per le metastasi epatiche secondarie a tumori primitivi differenti da quelli citati precedentemente. Per queste metastasi epatiche secondarie ad altri tumori, come quello della mammella, dello stomaco, dell’ovaio etc., l’indicazione ad eseguire l’intervento chirurgico è più complessa, a causa del diverso comportamento biologico di tali neoplasie e pertanto viene posta in casi selezionati. Il ruolo del trapianto di fegato nella cura delle metastasi è assai limitato e riservato ad alcune forme, molto selezionate, di metastasi neuroendocrine. Non c'è invece indicazione per gli altri tipi di metastasi epatiche. Per quanto riguarda la chemioterapia, vi sono molteplici tipi di chemioterapia che possono essere applicati in caso di metastasi epatiche e dipendono dalle caratteristiche del tumore primitivo (quello che ha dato origine alle metastasi). I farmaci possono essere somministrati in tutto l’organismo (terapia sistemica) o soltanto al fegato (terapia locoregionale) grazie a particolari cateteri, che vengono posizionati a livello dei vasi sanguigni del fegato. Molti sforzi sono rivolti a stabilire il ruolo della chemioterapia locoregionale e della sua possibile associazione con quella sistemica. Un altro tipo di intervento è quello dei Trattamenti ablativi percutanei: la radiofrequenza e l'alcoolizzazione percutanea. Sono entrambi sistemi di rimozione delle metastasi epatiche mediante la loro distruzione, ottenuta mediante l'inserimento di aghi o sonde nel fegato attraverso la parete addominale ed hanno un ruolo assai marginale nel trattamento di questi tumori. Vengono considerati solo in casi assai selezionati di pazienti che, per un qualunque motivo, non possono essere operati.
Risposto il: 24 Maggio 2004