Gent. Dott, Sono una ragazza di 26 anni e negli ultimi 4 mesi ho avuti 4 shock anafilattici, l'ultimo risale a stamattina. Premetto che sono diventata allergica alla frutta secca e ai crostacei dieci anni fa, in seguito a un episodio di orticaria acuta che mi costò un ricovero in ospedale (episodio scatenato da cause ignote. Semplicemente, mi svegliai piena di ponfi una mattina). Da allora ho sempre evitato scrupolosamente cibi che contenessero quegli ingredienti (anche se spesso mi è capitato di mangiare cibi confezionati prodotti in stabilimenti che ne fanno uso, senza però alcun effetto negativo). Nel corso di questi 10 anni, a parte un paio di episodi di orticaria lievi (uno in seguito all'assunzione di un antibiotico, l'altro dopo aver mangiato un cioccolatino) e un'altra occasione in cui mi si gonfiarono le mani dopo aver mangiato una granita di limone in una gelateria bio, non ho mai avuto altri problemi, fino a quattro mesi fa.
Ero in un locale con degli amici e uno di loro ordina delle tartine. Me ne offre una, convinto che fosse al patè di funghi. Era paté di noci. Porto sempre con me il cortisone, quindi non appena iniziai a sentire la gola gonfiarsi e una leggera difficoltà respiratoria, prendo una pastiglia di deltacortene e chiamo i soccorsi. Mi iniettano cortisone e antistaminico, mi portano in PS e mi dimettono di lì a poco. Qualche giorno dopo, mi succede di nuovo mangiando un gelato artigianale al gusto birra (cosa che ho sempre mangiato senza problemi). Di nuovo mi si gonfia la gola, di nuovo prendo il cortisone, chiamo l'ambulanza (mi è stato detto di chiamarla ogni volta che succede), ma stavolta non ritengono necessario portarmi in PS perché la gola si stava già sgonfiando da sola in seguito all'assunzione di cortisone. In questo caso, la reazione è facilmente spiegabile con una contaminazione (magari il gelato si era "sporcato" con gelato alla nocciola o alle arachidi, può capitare).
Il terzo caso avviene anch'esso a qualche settimana di distanza, ma ha dell'inspiegabile. Ero in un locale nel quale mi conoscono (ci vado da anni, sanno bene che sono allergica alle noci ecc), ma nel quale comunque mi raccomando di fare attenzione anche alle spezie (es noce moscata) o agli olii (olio di arachide ecc). Mangio un piatto di polpettine vegane (pane, melanzane, ceci e pomodori secchi) e qualche patatina fritta (fatta da loro, non confezionata) in olio di semi (che non mi ha dato mai problemi). Il tempo di andare in cassa a pagare e succede di nuovo. Solito iter: cortisone, ambulanza, PS. Lì mi fanno visitare da un otorino, il quale mi conferma che la gola è sgonfia (grazie al cortisone preso da me e a quello che mi hanno iniettato in ospedale) e mi dimettono di lì a poco. Faccio i test allergici privatamente (solo prick test) e l'allergologo aggiunge alla lista nera vari alimenti nuovi, tra cui pesche, cacao, fragole e kiwi (che ho sempre mangiato senza problemi), i soliti noti (arachidi, crostacei ecc) e una serie di altri alimenti che comunque non mangio perché seguo una dieta vegana (uova, insaccati, tonno, formaggi stagionati). Mi consiglia di eliminare alcolici (tant'è che a un certo punto mi era venuto il dubbio che la colpa dell'ultimo attacco allergico fosse della birra che avevo bevuto per accompagnare le polpette, anche se di birra ne ho sempre bevuta senza problemi) e bibite confezionate.
Da quel giorno smetto totalmente di mangiare fuori, addirittura mi preparo il pane in casa per star tranquilla. L'unica cosa che mi concedo è il caffè/the freddo al bar. Stamattina l'ultimo episodio, che ha del fantascientifico. Ero in un bar con un'amica (bar nel quale vado spesso) per un caffè. Prendo SOLO del caffè al ghiaccio con zucchero di canna e di nuovo ho quella sensazione in gola. Inizialmente penso a una mia fissazione, dovuta al fatto che ormai vivo nel terrore di smettere di respirare da un momento all'altro. Ignoro la cosa, pensando a un fattore psicologico o a una palla di muco (spesso mi si formano palle di muco in gola, che vanno via più o meno facilmente deglutendo), ma qualche minuto dopo mi rendo conto che la situazione è reale e di nuovo prendo il cortisone e chiamo l'ambulanza. Non vado in PS perché anche stavolta "l'attacco" era in fase discendente (?) grazie al cortisone, ma gli infermieri si sono detti abbastanza sconcertati dall'accaduto, dato che l'allergia al caffè è una cosa che non esiste. Ho un'altra visita (più completa) allergologica prenotata per il 4 settembre, ma fino ad allora vorrei evitare di morire di fame dal momento che sono talmente spaventata e convinta che qualsiasi cosa possa uccidermi, da rifiutarmi di mangiare. So che è stupido, ma è più forte di me.
Vorrei un consiglio, e aggiungo alcuni dati al mio già lungo racconto: - da quasi un paio d'anni, mi sveglio circa ogni mattina starnutendo e con gli occhi che lacrimano. Questo accade indipendentemente dal periodo dell'anno o dal luogo in cui mi sveglio e la cosa mi fa pensare a un'allergia alla polvere, dato che è l'unica cosa presente più o meno ovunque. - sempre da un annetto circa, soffro di fortissimi pruriti al palato molle. Ho notato che, passandoci la lingua, la superficie risulta coperta di bollicine piccolissime, che s'ingrossano e aumentano a seconda del prurito. - come già detto, ho quasi sempre muchi in gola, ma questo capita da tanti anni ormai. Spesso mi capita di avere addirittura un abbassamento di voce provocato dalla presenza di questi muchi. - ho dei dubbi sulla "natura" di questi shock. O meglio, non so se definirli tali, dal momento che, per quanto leggo in giro, lo shock anafilattico ha tutta una sua sintomatologia (tachicardia, convulsioni, svenimenti ecc ecc) che (fino ad ora!) mi è estranea. L'unico sintomo che avverto è il gonfiarsi della gola, che comunque avviene sempre piuttosto lentamente dandomi quindi il tempo di accorgermene, reagire e prendere il cortisone per bocca. Inoltre, nella quasi totalità dei casi (escludendo il primo, quello provocato dalle noci) l'intervento dei soccorsi si è rivelato quasi sempre inutile o superfluo, quasi un eccesso di zelo. - sono consapevole del fatto che la componente psicologica giochi un ruolo fondamentale, infatti di "falsi allarmi" ne ho avuti tanti in questi mesi, ma ho imparato a riconoscere il caso reale dalla "fisima", evitando quindi di prendere farmaci o di chiamare inutilmente l'ambulanza. - da ignorante, ho una teoria (ma ovviamente mi rimetto al Suo parere, dato che non ho alcuna conoscenza medica): dato che soffro quasi continuativamente di allergia respiratoria (starnuti, muchi, bolle sul palato ecc) è possibile che il mio organismo sia "perennemente sotto stress" e che quindi scateni risposte esagerate a contaminazioni alimentari anche blande che prima non mi provocavano alcun effetto? Cosa mi consiglia di fare? E, soprattutto, esistono cibi che SICURAMENTE non provocano alcuna reazione allergica in modo da evitare che muoia di fame fino al 4 settembre? Grazie in anticipo per la risposta.
Gentile Sig.na, è ovviamente difficile e non corretto dare una risposta esaustiva alle sue domande, perché in assenza di una visita reale non è possibile integrare tutte le informazioni con una raccolta di dati e di tutta la storia clinica (Anamnesi). Numerose sono le domande e le risposte che bisognerebbe avere per giungere ad una corretta diagnosi. Mi limiterò ad alcune osservazioni, nell'attesa della prossima consulenza già programmata.
Lei è stata molto attenta a distinguere gli episodi di reazione "allergica" dagli ultimi che l'hanno molto allarmata ma che in realtà non si sono accompagnati ai sintomi di reazione "anafilattica". Questo può dipendere anche da una reazione locale, che si limita al cavo orale e alle prime vie digestive (palato, faringe) e si chiama sindrome orale. Si tratta di una allergia locale ed è meno grave, ovviamente, di una reazione generalizzata. L'allergia alimentare è causata spesso da "proteine" che sono presenti in più alimenti, anche diversi tra di loro. Questo potrebbe spiegare reazioni più lievi, ma sempre collegate alla allergie principal. Si affidi ad un paziente specialista al quale porre tutti i suoi quesiti e completare con accertamenti più mirati la definizione dei suoi problemi. Dr Arena Antonino