Ciao Nietta, ti do del tu, ed è la prima volta che lo faccio qui, perchè vorrei che tu sentissi che ti scrivo queste cose con sincerità, appunto per poterti aiutare da lontano. Da qui posso fare poco, ma posso darti degli imput che ti invito a seguire, perchè è quanto farei io al tuo posto.
Partiamo dai farmaci: non esiste un farmaco che vale per sempre, del tipo, te lo prescrivono, ti va bene, e lo tieni tutta la vita felice e contenta. Non funziona così. Bisogna sempre andare a controllo dallo psichiatra e cambiare terapia farmacologica se dà problemi, e comunque ogni tot anni. Nel tuo caso, direi che è indispensabile una rivalutazione della terapia. I farmaci si prendono per stare meglio, non per stare uguale, o peggio. Devi dire allo psichiatra cosa c'è che non va, e trovare assieme a lui una terapia sostitutiva che ti dia benessere. Questo è il primo passo.
Seconda cosa: non funziona che molli di colpo i farmaci, ti metti nelle mani di uno psicoterapeuta, e la tua vita si trasforma. Le ricerche scientifiche dicono che l'efficacia maggiore si ha nella sommatoria della terapia farmacologica + psicoterapia. Quindi due cose insieme. Nel caso, quando starai meglio, potrai anche valutare con lo psichiatra, di scalare qualcosa. Ma non adesso. Quindi trova uno psicoterapeuta con cui ti senti in sintonia. Fatti consigliare, e vedi cosa senti a pelle, è la prima cosa.
Terza cosa: devi fermarti. Ci sono leggi che aiutano i malati terminali, servizi di volontariato, hospiss, accompagnamento, etc. Informati, e trova qualcuno che ti sostituisca almeno per un paio di sere alla settimana. Coltiva del tempo libero per te, questo è importantissimo. Attenta, perchè corri il rischio di finire nel vortice del burn out.
Comincia a seguire queste indicazioni (psicoterapeuta + leggi per accompagnamento o hospiss, o infermiera per qualche sera a casa + rivedere la terapia farmacologica + tempo per te).
Poi, se vuoi, scrivi di nuovo qui a cose fatte.
Saluti
Dr. Delogu
http://ipnosicagliari.blogspot.com