Non credo di aver compreso bene il contesto della sua domanda e le riviste a cui fa riferimento ed in particolare perchè l'ha colpita così
personalmente al punto da suscitare il suo interesse quest'espressione forse un pò troppo letterale. Posso risponderele facendo riferimento al mio punto di vista e a cosa mi richiama personalmente la sua domanda. In termini gergali, ma non in modo propriamente letterale, all'interno di alcune correnti di pensiero psicologico di impostazione razionalista o ipercognitivista si fa riferimento a modalità di
pensiero disfunzionali, in relazione al tipo di restituzione emotiva sulla persona (ansia, rabbia, vergogna, colpa etc) perchè accentuano l'interpretazione del reale in una direzione emotiva eccessivamente irrigidita o difensiva. Personalmente non credo che i prodotti della nostra mente (nella forma di pensiero dichiarativo piuttosto che immaginativo) possano essere considerati pattume mentale, al limite possono sembrare talvolta strani, eccessivi, idiosincratici, paradossali etc. ma sempre hanno un senso all'interno della dinamica psicologica, emotiva e relazionale di ognuno, anche se non sempre chiara e definita.