Buongiorno, mi sento molto onorato di ricevere la sua lettera molto densa di umanità e dolore. E' anche bellissima e piena d'amore, arricchita dall'intensità della sua giovane età che improvvisamente è diventata adulta.
L'ho letta più volte, prima di rispondere, preoccupato di tralasciare l'importanza di qualche parola e itravisare il senso di qualche affermazione.
Mi rendo conto di quanto grande sia il suo dolore e di quanto anch'io mi senta turbato di fronte alla sua esperienza. Un bellissimo sogno è stato infranto. Un figlio volutissimo, qualche problema all'inizio della gravidanza, poi, all'improvviso, il sogno si è infranto. Credo si possa dire, provando a mettermi nei suoi panni, che quel sogno me l'hanno infranto con una violenza inaudita. Non parlo degli aspetti tecnici di una interruzione di gravidanza e delle giustificazioni cliniche di questo atto "terapeutico". Mi riferisco soltanto a quanto è stato vissuto in prima persona, fisicamente, emotivamente e cognitivamente. Ritengo sia legittimo parlare della impressione soggettiva, di un vissuto di vittima e relativa violenza subita; di un abuso che ancora oggi cerca legittimazione e risarcimento affettivo-emotivo, riparazione psichica.
Pertanto è lecito e salutare pensare a una interruzione che rappresenta "solo" un ritardo nel percorso generativo di una nuova famiglia; perchè quel sogno può essere realizzato. Ma è altrettanto legittimo e autentico il senso di vuoto e la disperazione per quel sogno infranto, quel bambino mai nato eppure sempre presente. Questo suo sentirsi nessuno senza quella cosa.
Si, è "normale" che dopo 3 anni, lei lo sogni o lo immagini e viva la lacerazione di sensi di colpa che razionalmente non le appartengono. Lei non ha colpe. Non ha motivo di vergognarsi. Non è dipeso da lei. Tuttavia non bastano queste mie parole per aiutarla a ritrovare la strada verso una nuova esperienza di maternità. Perchè, credo, ora sia necessario ri-generare e ri-conoscere innanzitutto la persona che è stata protagonista di questa esperienza molto traumatica.
Suggerisco perciò di rivolgersi ad un/a professionista esperta presente nella zona in cui lei risiede per le cure del caso. Sono convinto che un intervento psicoterapeutico adeguato possa aiutarla molto.
la saluto con molta cordialità e stima.