Vergogna, paura, imbarazzo. Sono sentimenti molto diffusi negli anziani che sono stati vittime di truffe o furti. E spesso queste difficoltà di natura psicologica, unita agli effetti delle malattie di cui gli anziani spesso soffrono, come postumi di un Ictus o demenze senili, possono rendere davvero difficile lo svolgimento delle indagini.
Se n’è parlato in occasione di un convegno sul tema che si è svolto presso la Fondazione Santa Lucia. Il convegno ha anche fatto il punto sulle iniziative messe in moto nell’ambito del progetto europeo Access Project – Against Crime Care for Elders Support and Security (che è attivo in 14 Paesi dell’Unione), che vede coinvolti la Scuola Superiore di Polizia, l’Università del Molise, l’Università La Sapienza di Roma e la Fondazione Santa Lucia, con l’obiettivo comune di formare gli operatori delle forze dell’ordine ad interagire al meglio con gli anziani che sono stati derubati e truffati.
L’esigenza di un aggiornamento per i poliziotti europei si rende necessaria leggendo i numeri relativi ai crimini commessi ai danni degli anziani: guardando al nostro Paese nel 13% dei crimini le vittime hanno più di 65 anni e con l’aumentare della popolazione anziana aumenta anche il numero di vittime di crimini.
E nel 30% dei casi le persone anziane derubate o truffate hanno una qualche forma di declino cognitivo causato da patologie neurodegenerative o ad un ictus. Insomma con l’invecchiamento progressivo della popolazione è indispensabile ripensare a numerosi aspetti del welfare e dello stato sociale e sanitario, ma anche ad aspetti prettamente legali.
Come hanno spiegato gli esperti intervenuti al convegno: se la vittima di un crimine è un anziano può facilmente presentarsi la cosiddetta 'vittimizzazione secondaria', che agli occhi di un operatore di polizia non adeguatamente formato potrebbe apparire come un atteggiamento non collaborativo. Ma come possono le persone anziane difendersi dai crimini più comuni?
La Polizia di Stato ha aperto sul portale istituzionale una sezione dedicata ai consigli contro le truffe ai danni degli anziani. Nell’elenco:
- non aprire la porta a sconosciuti, anche se indossano un’uniforme o mostrano un tesserino di pubblica utilità;
- mai consegnare del denaro a sedicenti dipendenti di aziende elettriche o enti perché nessuna azienda manda a casa dei clienti degli operatori per riscuotere le bollette in contanti, non esitare a chiamare le aziende, gli enti o il 113 se si ha un qualsiasi dubbio;
- non consegnare denaro a nessuno che non si conosca personalmente, nemmeno se questa persona racconta di essere un fraterno amico di un figlio o un nipote o di essere un parente del quale ci si è dimenticati;
- non prelevare al bancomat o all’ufficio postale da soli e se si ha il dubbio di essere osservati restare all’interno della banca e parlarne con la Vigilanza o con gli impiegati; dopo il prelievo andare subito a casa senza fermarsi e senza parlare con nessuno e ricordare che nessun impiegato di banca o dell’ufficio postale insegue il cliente per strada perché ha fatto male i calcoli allo sportello.