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Dieta e psicologia: un legame determinante per perdere peso?

Dieta e psicologia: un legame determinante per perdere peso?

Quanto conta la predisposizione psicologica nel momento in cui si decide di mettersi a dieta? Gli esperti rispondono.

Per perdere peso in modo sano e duraturo non è importante solo seguire una dieta equilibrata e che non proibisca alcuni alimenti (il cui desiderio potrebbe diventare un’ossessione causata dalla proibizione), ma anche fare attività fisicae curare il proprio benessere psicologico.

Non c’è dubbio, ormai, che nessuna dieta si rivela efficace se non viene accompagnata da una forte motivazione di natura psicologica e se chi la segue non si convince di star facendo la cosa giusta, prendendosi cura di se stesso. E bando ai divieti categorici. I dietologi sono ormai anche un po’ psicologi e life coach e cercano di delineare i tratti di una dieta ideale, partendo dalla personalità del singolo paziente.

Difficile, quindi, proporre una dieta che escluda completamente i Carboidrati o che non conceda qualche volta una piccola trasgressione 'dolce'. Non solo, lo studioso Paolo Bagnoli ha messo a punto una dieta chiamata 'psicodieta'. Bagnoli è partito dall’assunto che spesso non è necessario cambiare radicalmente ciò che si mangia, ma come lo si mangia e soprattutto bisogna indagare e agire sui meccanismi psicologici che spingono le persone a mangiare in modo sbagliato.

In altre parole la psicodieta non è un elenco dettagliato di ciò che si deve mangiare e in quali quantità, ma un insieme di consigli e indicazioni per capire dove sta l’errore e correggerlo. In che modo? Ad esempio andando a ricercare quali sono le motivazioni psicologiche che ci spingono a mangiare male. Non sappiamo resistere alla tentazione di mangiare cibi dolci per gratificarci rapidamente?

Mangiamo carne e cibi che vanno masticati a lungo per dar sfogo allo Stress oppure utilizziamo cibi molto elaborati come se fossero una corazza protettiva che ci difenda dai problemi della vita? A ciascuno la sua risposta e una volta individuato il problema bisogna agire per risolverlo, affrontando il disagio psicologico con strategie diverse e assumendo su di sé la responsabilità della propria dieta e del proprio benessere.

A sostenere che la predisposizione psicologica è realmente determinante quando si intraprende una dieta è anche George Bray, specialista statunitense, che in occasione del recente convegno annuale sull’obesità della Cleveland Clinic ha ricordato che ciò che conta non è tanto il tipo di dieta scelto (iperproteica o con carboidrati?) quanto l’approccio psicologico con cui si intraprende questa sfida.

E Bray ha dalla sua la sua esperienza su centinaia di pazienti, in base alla quale è giunto alla conclusione che qualsiasi dieta può rivelarsi efficace, purché si decida davvero di mangiare meglio. 

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Ultimo aggiornamento: 01 Dicembre 2017
3 minuti di lettura
Commento del medico
Dr.ssa Silvia Garozzo
Dr.ssa Silvia Garozzo
Specialista in Psicologia clinica e Psicoterapia

Il concetto è importante nella sua apparente banalità: quando si decide si prendersi cura di sé è importante farlo a 360 gradi. Assurdo sarebbe intraprendere una psicoterapia e lasciarsi marcire i denti, o curarsi il diabete ma continuare a voler fumare come un turco.

Questo perché? Perché non siamo fatti a compartimenti stagni. Il nostro corpo, la nostra psiche, lo stile di vita che conduciamo, ciò che mangiamo, ecc. tutto è strettamente correlato. Ogni cosa influisce sul resto.

E curarne una per trascurarne un’altra quindi, semplicemente, non funziona. Poiché noi funzioniamo bene se tutti i nostri ingranaggi funzionano bene. Per curarsi della propria alimentazione è necessario imparare a curarsi di sé in genere. L’educazione alimentare è solo parte (fondamentale, per carità) di un tutto.

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