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Non c’è dubbio, ormai, che nessuna dieta si rivela efficace se non viene accompagnata da una forte motivazione di natura psicologica e se chi la segue non si convince di star facendo la cosa giusta, prendendosi cura di se stesso. E bando ai divieti categorici. I dietologi sono ormai anche un po’ psicologi e life coach e cercano di delineare i tratti di una dieta ideale, partendo dalla personalità del singolo paziente.
Difficile, quindi, proporre una dieta che escluda completamente i Carboidrati o che non conceda qualche volta una piccola trasgressione 'dolce'. Non solo, lo studioso Paolo Bagnoli ha messo a punto una dieta chiamata 'psicodieta'. Bagnoli è partito dall’assunto che spesso non è necessario cambiare radicalmente ciò che si mangia, ma come lo si mangia e soprattutto bisogna indagare e agire sui meccanismi psicologici che spingono le persone a mangiare in modo sbagliato.
In altre parole la psicodieta non è un elenco dettagliato di ciò che si deve mangiare e in quali quantità, ma un insieme di consigli e indicazioni per capire dove sta l’errore e correggerlo. In che modo? Ad esempio andando a ricercare quali sono le motivazioni psicologiche che ci spingono a mangiare male. Non sappiamo resistere alla tentazione di mangiare cibi dolci per gratificarci rapidamente?
Mangiamo
A sostenere che la predisposizione psicologica è realmente determinante quando si intraprende una dieta è anche George Bray, specialista statunitense, che in occasione del recente convegno annuale sull’obesità della Cleveland Clinic ha ricordato che ciò che conta non è tanto il tipo di dieta scelto (iperproteica o con carboidrati?) quanto l’approccio psicologico con cui si intraprende questa sfida.
E Bray ha dalla sua la sua esperienza su centinaia di pazienti, in base alla quale è giunto alla conclusione che qualsiasi dieta può rivelarsi efficace, purché si decida davvero di mangiare meglio.