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Sindrome di Penelope: depressione e fragilità per settecentomila nonne d'Italia

Sindrome di Penelope: depressione e fragilità per settecentomila nonne d'Italia

Il fenomeno è emerso grazie ad una ricerca messinese. Il 20% delle donne over 70 soffre della sindrome di Penelope.

Sono settecentomila le donne anziane che in Italia soffrono della sindrome di Penelope. Chiamata così perché i sintomi di questo malessere sono quelli tipici di chi è stato abbandonato e vive sospeso tra presente e passato, in una nebulosa assenza di affetti e di stimoli.

A fotografare la situazione è stata una recente ricerca condotta dall’Università di Messina e presentata in occasione dell’ultimo congresso dell’associazione Italiana di Psiogeriatria che si è tenuto a Gardone Riviera, in provincia di Brescia.

Secondo questo studio il 20% delle donne con più di 75 anni soffre della Sindrome di Penelope. Si tratta di circa 700mila donne sole, quasi sempre vedove, che riducono la loro attività fisica, non escono di casa se non di rado, e anche quando lo fanno camminano lentamente a causa del logorio delle ossa (possono impiegare anche sette secondi per coprire un percorso di soli cinque metri), non hanno più stimoli intellettuali né amicizie che possano alleviare la solitudine.

Le ripercussioni di questo 'vuoto di senso' sono notevoli ed evidenti sia sul piano fisico che su quello psichico. Per queste donne il rischio di depressioneè dietro l’angolo, così come quello di ipertensione e fratture ossee. Spesso hanno perso anche fino a cinque chili in un anno, si sentono stanche almeno tre giorni alla settimana; una su tre mostra tutti segni della fragilità collegata all’invecchiamento e una su cinque ne mostra almeno due.

La malattia di queste 'nonnine' si chiama essenzialmente nostalgia, mista a un bel po’ di solitudine. Una solitudine che ferisce e impedisce di trovare un senso alla vita così come si presenta ogni giorno e che spinge le donne con sindrome di Penelope che vengono ricoverate in ospedale a chiedere di non essere dimesse per non dover tornare in una casa deserta e silenziosa.

Per riuscire a fotografare il fenomeno i ricercatori siciliani hanno coinvolto un campione di 100 anziani over 75 dimessi dall’ospedale dopo un ricovero per una malattia acuta. L’analisi ha mostrato che una donna su cinque mostrava i sintomi tipici della sindrome di Penelope: Depressione nel 70% dei casi (mentre negli uomini interessava solo il 40% del campione) e Dolore del 65% delle donne (contro il 56% degli uomini).

Si tratta spesso di un dolore intenso, che interferisce con le attività quotidiane e peggiora anche la vita di relazione ed emotiva delle pazienti", ha spiegato Marco Trabucchi, presidente dell’Aip. Ma come aiutare le nonne con sindrome di Penelope?

Innanzitutto è necessario osservarle per riconoscere l’esistenza di un problema. Poi è importante aiutare le nonnine a vivere il presente, il “qui e ora come antidoto all'attesa senza fine". Infine è indispensabile intervenire per trattare la depressione e “le condizioni correlate, ad esempio l'ipertensione, e per prevenire la fragilità e la disabilità attraverso programmi di riabilitazione”.

Ultimo aggiornamento: 20 Maggio 2015
3 minuti di lettura
Commento del medico
Dr.ssa Santina Torello
Dr.ssa Santina Torello
Specialista in Psicologia

Le persone anziane si trovano ad affrontare vissuti che riguardano sostanzialmente la perdita. Questi vanno dal distaccarsi da un certo ruolo sociale e da quello detenuto all’interno della propria famiglia; all’elaborare le modificazioni del proprio corpo, del livello di energia e del loro stato di salute.

A questi cambiamenti, molte volte si aggiunge la perdita del coniuge che rappresenta il compito evolutivo più impegnativo, in quanto mette in diretto contatto con il timore della propria morte.

In ragione della loro longevità sono più spesso le donne a rimanere vedove rispetto agli uomini e, ritrovandosi più di frequente sole, possono sentire un senso di vuoto e di inutilità e altri sintomi riconducibili alla depressione. Molte volte hanno dei reali impedimenti fisici che fungono da ostacoli all’autonomia e alla stima di sè, in altre situazioni sentono come eccessivamente faticoso e difficile riorganizzare la vita sociale, creare nuove abitudini quotidiane e trovare motivazioni per guardare al futuro (ad esempio, i nipoti).

In generale, rispetto ad altre fasce d’età, le persone anziane tendono a nascondere il peggioramento del tono dell’umore e a banalizzare o negare le difficoltà relazionali e preferiscono esprimere la propria sofferenza con sintomi somatici. Lamentano soprattutto paure e disturbi fisici quali senso di debolezza, mal di testa, dolori, vertigini e difficoltà respiratorie. Pertanto sarebbe importante che i disturbi depressivi venissero riconosciuti e inquadrati correttamente e di conseguenza trattati in maniera adeguata.

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