La sifilide è l'infezione sessualmente trasmessa più nota, che nei secoli passati ha scatenato epidemie, mietendo numerose vittime. È causata dal Treponema pallidum, il quale si introduce nell'Organismo attraverso una ulcerazione ai genitali, che è il primo sintomo della malattia. La lesione è però spesso troppo piccola per essere scoperta ed altri sintomi potrebbero comparire molto tardi, dando così il tempo al Batterio di diffondersi nell'organismo e di trasmettersi ad altri partner sessuali.
Si possono distinguere 4 stadi della malattia:
- primario (in cui si sviluppano le ulcerazioni)
- secondario (in cui le ulcerazioni si diffondono ad altre zone del corpo)
- latente
- terziario.
Il contagio può avvenire soltanto nei primi due stadi, che solitamente prendono circa 2 anni, tramite il contatto con l'ulcerazione ai genitali. Negli ultimi due stadi la malattia non è più contagiosa, ma è pericolosa per il paziente che l'ha contratta, poiché può provocare cecità, disturbi mentali, alterazioni cardiache, problemi neurologici e perfino morte. In più della metà dei casi, la malattia non trattata nel primo stadio tende a cronicizzare.
La diagnosi di Sifilide può essere posta con un esame del sangue alla ricerca del batterio che la provoca oppure con un esame citologico dell'ulcerazione ai genitali. Gli esami vanno ripetuti spesso poiché risultano molti falsi positivi e falsi negativi. Se attiva durante una gravidanza, la sifilide può essere trasmessa al feto e provocare così aborto o morte neonatale; i bambini nati con sifilide congenita, invece, mostrano i segni dello stadio terziario già durante l'infanzia.