Le carotidi, destra e sinistra, insieme alle arterie vertebrali, portano sangue al cervello e decorrono nel collo.
L'aterosclerosi può comportare in questi vasi delle Stenosi (strettoie), che possono essere asintomatiche o causare i seguenti disturbi:
- TIA ovvero attacchi ischemici transitori (inferiori alle 24 ore);
- RIND, ovvero attacchi ischemici che durano fino a tre giorni;
- STROKE (o ICTUS), ischemie che lasciano esiti a distanza di tempo.
Le ischemie cerebrali, a seconda delle zone colpite, possono dare:
- improvvisa perdita di vista o di campo visivo in uno dei due occhi (amaurosi fugace);
- improvvisa perdita di forza o di sensibilità in un braccio, gamba e metà del volto;
- difficoltà ad articolare le parole (disartria) con possibili amnesie;
- vertigini importanti e improvvise;
- svenimenti (lipotimie).
La diagnosi della stenosi carotidea (o vertebrale) si effettua con un ecodoppler, e la Diagnosi va quasi sempre completata con una Tac encefalo e una angiografia dei tronchi sovraaortici (in alternativa con una angiorisonanza magnetica).
Anche i valori della pressione e il ritmo cardiaco vanno studiati (holter, ecocardiogramma, monitoraggio della pressione) per evidenziare eventuali aritmie che possono causare, anche se con meccanismi diversi, gli stessi sintomi delle stenosi carotidee.
Di fondamentale importanza per ridurre il rischio ischemico è la terapia antiaggregante con farmaci (aspirina, ticlopidina?).
Se però si confermano delle stenosi asintomatiche superiori al 70-80 %, oppure delle stenosi anche inferiori a questa percentuale ma sintomatiche, si impone un trattamento della carotide.
In questi casi, la terapia può essere di due tipi:
- TEA (tromboendoarteriectomia), ovvero una 'pulizia' chirurgica della carotide, eseguibile anche in Anestesia loco-regionale;
- PTA ( angioplastica), ovvero una dilatazione con palloncino dell'arteria stretta, eseguibile in anestesia locale.
- L'intervento comporta qualche rischio, ma è statisticamente accertato che è più rischioso tenere una stenosi carotidea che trattarla. Il tipo di intervento dipende dal quadro angiografico, dall'estensione e localizzazione della stenosi.