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Non sono stati allestiti solo stand informativi in materia di anticorruzione ma l’organizzazione anche di un convegno a Roma per presentare i risultati del primo anno di ricerca sul fenomeno della corruzione in sanità: tra gli ospiti il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone.
La Giornata sarà seguita anche su Twitter attraverso l’hashtag #curiamolacorruzione. tante le iniziative: a Trento, ad esempio, ai cittadini viene chiesto di scattare un selfie mentre si aggiunge un mattoncino ad un muro che simboleggia la lotta contro la corruzione. La foto viene pubblicata sui social network.
Alla Giornata aderiscono le ASL, le ASP e le ASST, in più ci sarà il sostegno diretto di Federsanità, Cittadinanzattiva, Segretariato italiano giovani medici, Segretariato italiano studenti di medicina, Associazione medici italiani.
Quanto ci costa la corruzione nella sanità?
La cifra è imponente: 6 miliardi di euro all’anno. Soldi pubblici sottratti all’innovazione e soprattutto alle cure dei pazienti. Per di più, in un’azienda sanitaria su tre (37%) si sono verificati episodi di corruzione negli ultimi 5 anni.A tal proposito, in occasione della giornata di oggi, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Cantone, ha affermato che: “per l’enorme giro d’affari che ha intorno, la sanità è un terreno di scorribande da parte di delinquenti di ogni tipo. Abbiamo, comunque, un sanità che assicura standard elevatissimi, ma la corruzione abbassa anche il livello dei servizi”.
Per Cantone, inoltre, “la corruzione, oltre a depauperare la spesa sanitaria, la rende anche meno efficiente. La sanità è al primo posto nei rischi di corruzione e noi siamo intervenuti, mettendo in campo un nuovo piano anticorruzione, concordato anche con i tecnici del Ministero della Salute, e prossimamente firmeremo un altro protocollo per andare a controllare nelle ASL, come i piani anticorruzione vengono applicati”.
“Non si può, però, - ha aggiunto Cantone - intervenire solo con la repressione dopo, ma vanno messi in campo una serie di strumenti preventivi che cambino la mentalità: serve una cultura dell’anticorruzione che deve partire da ciascuno di noi”.
Per il sottosegretario all’Istruzione, Università e Ricerca, Davide Faraone, inoltre, il settore sanitario “continua ad essere tra i più colpito dal Virus della corruzione: ben 2 milioni di italiani hanno pagato ‘bustarelle’ per ricevere favori in ambito sanitario e 10 milioni hanno effettuato visite mediche specialistiche in ‘nero’”. Per di più, Faraone ha affermato che “il 54% degli italiani è convinto che la sanità in Italia sia corrotta”.
Come si legge, poi, sul sito stesso della Giornata, “il 77% dei dirigenti sanitari ritiene che ci sia il rischio concreto che all’interno della propria struttura si verifichino fenomeni di corruzione (e questo rischio è giudicato elevato dal 10% di loro)”.
Due, inoltre, gli ambiti che si prestano maggiormente alle pratiche corruttive: quello degli appalti e quello delle assunzioni di personale. “Al primo posto - continua la nota di curiamolacorruzione.it - l’83% dei dirigenti sanitari indica i rischi che si annidano negli acquisti di beni e servizi e il 66% nella realizzazione di opere e infrastrutture, mentre il 31% sottolinea la possibilità che si seguano scorciatoie illecite nelle assunzioni”.
I rischi della corruzione
Stando al report presentato oggi, il 40,3% degli enti non ha pubblicato i rischi di corruzione né le misure di prevenzione, mentre il 33,8% degli enti ha svolto un’analisi parziale di rischi. Solo 1 ente su 4, quindi, ha adempiuto agli obblighi di legge.Le Regioni, poi, che hanno la più alta percentuale di aziende che non adempiono agli obblighi contro la corruzione si trovano al Sud e sono il Molise (100%), la Calabria (88,9%), la Campania (60%) e la Sicilia (57,9%).
Il rischio di corruzione, inoltre, è più elevato negli accordi preventivi tra i partecipanti ad una gara, nella definizione di esclusività di un servizio e nella rimodulazione indebita del cronoprogramma in funzione delle esigenze dell’appaltatore.
Gli sprechi
Circa 1 miliardo di euro, infine, sono i potenziali risparmi che si possono ricavare nelle ASL per voci di spesa non collegate all’efficacia delle cure. Lo spreco ingiustificato del 2009, comunque, è diminuito in media del 4,4% all’anno ma in proporzione alla spesa complessiva è rimasto coerente.
Ultimo aggiornamento: 06 Aprile 2016
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