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Fertility Day: la campagna delle mille polemiche

Fertility Day: la campagna delle mille polemiche

L'errore di questa campagna? Aver trascurato la prevenzione e la sensibilizzazione sulle patologie che possono compromettere la fertilità.
Giovedì 22 settembre sarà celebrato l’ormai famoso Fertility Day, l'evento istituito dal Ministero della Salute che coinvolgerà tutti i comuni italiani. Da settimane, la campagna è al centro di numerose polemiche: l'obiettivo della Giornata, infatti, doveva essere quello di informare i cittadini sul ruolo della fertilità nella loro vita, sulla sua durata e su come proteggerla, evitando comportamenti che possano metterla a rischio. Le cartoline illustrative, gli slogan e le immagini scelte per la campagna, però, hanno destato molto scalpore e ricevuto pesanti critiche, soprattutto sui social.
Un autogol da parte del Ministero: questi messaggi hanno contribuito a rendere in maniera negativa il vero senso del Fertility Day, ovvero la prevenzione e la sensibilizzazione sulle patologie che possono compromettere la fertilità.

Analizzando gli effetti della campagna sui social network, in molti hanno percepito l'iniziativa come un mero invito a fare figli in funzione dello Stato (come avveniva nei regime autoritari del Novecento) e a concepire la maternità come un dovere piuttosto che come un diritto.
A dedicare all'evento un lungo post sul suo profilo Facebook lo scrittore Roberto Saviano che, il 31 agosto scorso, ha commentato quattro slogan della campagna, sostenendo che “il Ministero della Salute dovrebbe fare ricerca e rendere accessibile la procreazione per quelle coppie affette da sterilità e non invitare genericamente a far figli”. E continua ancora scrivendo su Twitter: "Un insulto a tutti: a chi non riesce a procreare e a chi vorrebbe ma non ha lavoro". Sì, perché aver accentuato in maniera generale il problema della fertilità - e non soffermandosi esclusivamente sull’aspetto delle malattie che possono comprometterla - ha messo in luce l’altra questione, molto delicata, che sta alla base della scarsa natalità in Italia: la crisi economica.

Il ministro Beatrice Lorenzin dovrebbe, invece, concentrarsi proprio sull'argomento fondamentale della prevenzione ma, al momento, poco o nulla è stato fatto su questo. Il problema della fertilità, infatti, non si risolve invitando i giovani a fare più figli e la fecondazione artificiale non può essere sempre la soluzione perché non funziona in tutti i casi: “solo una donna su tre resta incinta e nelle over 40 il successo si abbassa, una ogni cinque. E una ogni dieci passati i 42 anni”, come riferito dalla dott.ssa Elonora Porcu, responsabile del Centro di infertilità e procreazione medicalmente assistita del Policlinico Sant’Orsola - Malpighi di Bologna. A danneggiare veramente la fertilità, invece, sono alcune patologie di cui non si sa niente o ci si accorge troppo tardi: è su di esse che andrebbe spostata l’attenzione.
Insomma, il Fertility Day del 22 settembre ha sì ottenuto molta attenzione da parte dell'opinione pubblica ma nella peggior maniera possibile.


Per approfondire guarda anche: “Non riesco a restare incinta: che esami devo fare?“
 
Leggi anche:
La stimolazione ovarica con gonadotropine consiste nella somministrazione di farmaci ormonali per risolvere il problema dell'infertilità.
Ultimo aggiornamento: 16 Settembre 2016
3 minuti di lettura

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