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Il meteo pazzo e i temporali primaverili aumentano il rischio di attacchi d'asma

Il meteo pazzo e i temporali primaverili aumentano il rischio di attacchi d'asma

Gli esperti spiegano perché nelle ore successive ad un temporale nelle stagioni polliniche esplodono gli attacchi d’asma.
In questo articolo:

Asma e temporali: un binomio sempre più pericoloso per le persone allergiche. Gli esperti continuano a indagare il meccanismo che vede le forti precipitazioni temporalesche concentrare i grani di polline nella parte più bassa della troposfera, in pratica “ad altezza d’uomo”, provocando vere e proprie epidemie di asma. Questo disturbo, chiamato asma da temporale (thunderstorm-related asthma) è sempre più frequente ed è dovuto all’aumento, anche in primavera, di forti temporali che una volta erano tipici della fine dell’estate.

"Le condizioni meteorologiche – spiega Lorenzo Cecchi, allergologo di AAIITO –possono agire direttamente sulle vie respiratorie, per esempio nel caso dell'inalazione dell'aria fredda che induce un'irritazione che può avere un effetto bronco-costrittivo, sia indirettamente agendo sulla concentrazione degli allergeni nell'aria. Generalmente la pioggia riduce la concentrazione di pollini, ma se è troppo intensa può frammentarli e renderli così più facilmente respirabili. In questo caso si realizza quella grave situazione che è l'asma da temporale: si è infatti riscontrato un aumento dei ricoveri da asma, anche grave, fra soggetti con asma e/o rinite allergica nelle ore successive ad un temporale''.

La correlazione fra asma e fenomeni temporaleschi

Recenti studi condotti da climatologi americani affermano che tra gli effetti collaterali del progressivo riscaldamento del pianeta potrebbe esserci un consistente aumento degli eventi meteorologici estremi, come i temporali. Dalle loro simulazioni è emerso che, entro la fine del secolo, gli Stati Uniti saranno mediamente più caldi di 4°C: ciò significa maggior vapore acqueo sospeso nell’atmosfera, più piogge e più energia, fattori che aumentano il rischio di formazione dei temporali. Inoltre, quest’aumento dell'intensità e della frequenza di precipitazioni sarà accompagnato da un allungamento della stagione dei pollini.

Parallelamente, per quanto riguarda le allergie respiratorie, l’asma da temporale è stata oggetto di studio negli ultimi anni da parte di allergologi e pneumologi, in particolare dell’italiano Gennaro D’Amato. Gli eventi più studiati si sono verificati in Inghilterra, Australia, Canada, USA ed in Italia, in particolare a Napoli e in Puglia. Nello studio dal titolo “External exposome and allergic respiratory and skin deseases”, recentemente pubblicato su Journal of Clinical Immunology, viene evidenziato come i cambiamenti climatici abbiano effetti diretti sugli allergeni modificandone la tempistica, la dispersione, la quantità e la qualità e aumentando di conseguenza la frequenza e la portata delle allergie.

I rischi dell'asma da temporale

L’asma da temporale può rivelarsi pericolosa per le reazioni che provoca a livello delle vie respiratorie di persone asmatiche o con allergie respiratorie. Una delle caratteristiche dell’asma da temporale è che può verificarsi anche nei soggetti affetti solo da rinite allergica stagionale che non hanno mai sperimentato un attacco d’asma ma soprattutto nei pazienti con asma che non assumono regolarmente la terapia. In tutto il mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ci sono almeno 300 milioni di persone con asma e più di 300 milioni di persone con rinite allergica e si stima che metà della popolazione globale avrà una malattia allergica entro il 2050.

L’intensità dell’asma da temporale varia a seconda della stagione in cui il temporale si verifica: se avviene durante le stagioni dei pollini o quando il picco di concentrazione di un allergene è al suo massimo, gli effetti possono essere seri. In caso di forti piogge, le gocce che colpiscono il suolo emettono getti d'acqua microscopici che vengono spruzzati nell'aria contribuendo alla formazione di un aerosol ricco di allergeni. Quando la pioggia è leggera o "normale", le particelle sono di dimensioni maggiori e, pertanto, hanno meno possibilità di entrare nelle vie respiratorie più profonde.

Sono proprio i primi 20-30 minuti di un temporale, quelli in cui pazienti affetti da allergia ai pollini possono inalare un'alta quantità del materiale allergenico che viene disperso nell'atmosfera e che può indurre reazioni asmatiche spesso gravi.

I 5 consigli salvarespiro per le persone con allergia ai pollini in caso di temporali

  1. Con l'approssimarsi di un temporale è opportuno evitare di uscire all’aperto restando in un ambiente con le finestre chiuse per almeno i primi trenta minuti dall’inizio del temporale.
  2. Se una persona con allergia ai pollini si trova in strada quando arriva un temporale è opportuno che si copra naso e bocca con un fazzoletto per i primi trenta minuti del temporale, evitando di fare respirazioni profonde; è opportuno ripararsi in un ambiente chiuso e, se necessario, praticare la terapia antiasmatica di emergenza secondo le indicazioni dello specialista.
  3. In caso di peggioramento della sintomatologia è opportuno recarsi con urgenza ad un pronto soccorso o chiamare il 118.
  4. È consigliabile per i pazienti colpiti per la prima volta da un attacco di affanno respiratorio acuto subito dopo un temporale effettuare una visita specialistica per avere la giusta diagnosi e ricevere la cura più appropriata.
  5. In generale è importante che gli asmatici pratichino con regolarità la terapia antiasmatica e portino sempre con sé spray contenenti broncodilatatori e corticosteroidi.
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I due tipi di esami che solitamente vengono condotti per accertarsi della presenza di un'allergia in corso sono i test cutanei e gli esami del sangue.
Ultimo aggiornamento: 18 Giugno 2018
5 minuti di lettura

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