Milano, 26 feb.(AdnKronos Salute) - Entro il 2030 in Italia moriranno 15 mila persone in più per l'inquinamento ambientale, che si andranno ad aggiungere alle 650 mila vittime già previste dalla Commissione europea in uno scenario ipotizzato per il futuro. E' l'allarme lanciato da Cittadini per l'aria, l'associazione nata a Milano per creare una rete nella lotta all'inquinamento atmosferico. "Il nostro Paese 'vanta' 2 procedure di infrazione pendenti e il più alto numero di morti premature in Europa - ricorda l'Onlus - Il Governo dovrebbe quindi essere leader per l'impegno sull'aria. Al contrario, ha ridotto in modo inaccettabile il livello di ambizione delle politiche italiane per i prossimi 15 anni, diminuendo di 8 punti percentuali la riduzione al 2030 dei livelli di ammoniaca e di oltre 10 punti quella prevista al 2030 per il Pm2,5".
I dati italiani sulle morti premature sono stati stimati dallo European Environment Bureau (Eeb), riferisce l'associazione convinta che per ridurre al più presto l'impatto dell'inquinamento sulla salute degli italiani "un primo passo fondamentale è la negoziazione fra Consiglio, Parlamento e Commissione europea sulla direttiva Nec, la normativa che può consentire di fare da traino alle politiche per la qualità dell'aria nei prossimi 15 anni in Europa, che parte in questi giorni. La proposta italiana attuale - continua Cittadini per l'aria - andrebbe ad aggiungere 15 mila morti premature in più da qui al 2030 alle 650 mila che già sono previste in base alla proposta della Commissione europea. Servono, insomma, politiche più incisive e coraggiose anche da parte dell'Europa".
"Quelle 15 mila morti aggiuntive sono in grande misura conseguenti alle pressioni di settori, come quello agricolo e automotive, che devono assumersi la responsabilità di contribuire alla soluzione del grave problema dell'inquinamento atmosferico e cambiare passo da ora", dichiara Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l'aria Onlus.
"La necessità di proteggere la salute dei cittadini - incalza - deve imporre al nostro Governo di cambiare posizione nell'attuale negoziazione o i cittadini italiani sapranno a chi ricondurre in futuro le sanzioni e le molte morti premature dei prossimi anni. E' ora dire forte e chiaro che è inaccettabile che per difendere gli interessi di settori fortemente inquinanti il nostro Governo tenti di indebolire le norme europee a scapito della salute e della stessa vita dei suoi cittadini".
Per ottenere la previsione - spiega una nota - è stato dapprima comparato il tasso di mortalità da inquinamento dell'aria nel 2012, fornito dall'Agenzia europea dell'ambiente, con il tasso di mortalità obiettivo per il 2030, stabilito dalla Commissione europea nella sua proposta. Poi è stato calcolato il numero di morti aggiuntive dovute ai limiti meno stringenti proposti da Paesi come l'Italia, la Romania o la Polonia. E' stato ipotizzato che la riduzione del tasso di mortalità dal 2012 al 2030, che rimane l'obiettivo della normativa, sia lineare, cioè costante nel tempo. Inoltre i vari tipi di inquinanti sono stati cumulati ed espressi come Pm-equivalenti: ad esempio 1 tonnellata di Pm ha, in media lo stesso effetto di 5,15 tonnellate di ammoniaca o 14,9 tonnellate di NOx (ossidi di azoto).
I dati italiani sulle morti premature sono stati stimati dallo European Environment Bureau (Eeb), riferisce l'associazione convinta che per ridurre al più presto l'impatto dell'inquinamento sulla salute degli italiani "un primo passo fondamentale è la negoziazione fra Consiglio, Parlamento e Commissione europea sulla direttiva Nec, la normativa che può consentire di fare da traino alle politiche per la qualità dell'aria nei prossimi 15 anni in Europa, che parte in questi giorni. La proposta italiana attuale - continua Cittadini per l'aria - andrebbe ad aggiungere 15 mila morti premature in più da qui al 2030 alle 650 mila che già sono previste in base alla proposta della Commissione europea. Servono, insomma, politiche più incisive e coraggiose anche da parte dell'Europa".
"Quelle 15 mila morti aggiuntive sono in grande misura conseguenti alle pressioni di settori, come quello agricolo e automotive, che devono assumersi la responsabilità di contribuire alla soluzione del grave problema dell'inquinamento atmosferico e cambiare passo da ora", dichiara Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l'aria Onlus.
"La necessità di proteggere la salute dei cittadini - incalza - deve imporre al nostro Governo di cambiare posizione nell'attuale negoziazione o i cittadini italiani sapranno a chi ricondurre in futuro le sanzioni e le molte morti premature dei prossimi anni. E' ora dire forte e chiaro che è inaccettabile che per difendere gli interessi di settori fortemente inquinanti il nostro Governo tenti di indebolire le norme europee a scapito della salute e della stessa vita dei suoi cittadini".
Per ottenere la previsione - spiega una nota - è stato dapprima comparato il tasso di mortalità da inquinamento dell'aria nel 2012, fornito dall'Agenzia europea dell'ambiente, con il tasso di mortalità obiettivo per il 2030, stabilito dalla Commissione europea nella sua proposta. Poi è stato calcolato il numero di morti aggiuntive dovute ai limiti meno stringenti proposti da Paesi come l'Italia, la Romania o la Polonia. E' stato ipotizzato che la riduzione del tasso di mortalità dal 2012 al 2030, che rimane l'obiettivo della normativa, sia lineare, cioè costante nel tempo. Inoltre i vari tipi di inquinanti sono stati cumulati ed espressi come Pm-equivalenti: ad esempio 1 tonnellata di Pm ha, in media lo stesso effetto di 5,15 tonnellate di ammoniaca o 14,9 tonnellate di NOx (ossidi di azoto).
Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio 2016
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