Da domenica 22 gennaio e fino al 28 si celebra in Italia, e nel resto d’Europa, la Settimana della Prevenzione del Cancro alla Cervice uterina. Giunta alla undicesima edizione, scopo dell'evento è affrontare le problematiche legate a questa patologia attraverso manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica.
In primis, l’obiettivo è promuovere lo Screening per il cancro della cervice uterina, in quanto può prevenire l’insorgenza anche nell’80% dei casi. Inoltre, nel corso dei giorni, si ricorderà anche l’importanza dei vaccini contro il papilloma virus (HPV) perché possono ridurre l’incidenza della malattia.
Nonostante queste ultime due considerazioni, come sottolineato da un documento diffuso dall’European Cervical Cancer Association (ECCA), ogni anno in Europa in 60.000 donne si sviluppa una forma tumorale e 30.000 di loro muoiono per un cancro della cervice uterina. Ciò accade principalmente per due ragioni:
- in molti Paesi non sono ancora stati attuati programmi efficaci di screening per il cancro della cervice uterina e di vaccinazione contro l’HPV. Di conseguenza, le donne non possono accedervi.
- laddove questi programmi sono stati attuati, molte donne ne ignorano l’importanza e, perciò, non ne usufruiscono.
Simbolo della Campagna è la Perla della Saggezza, una spilla distribuita già a oltre un milione e mezzo di persone in tutta Europa.
A chi è rivolta la manifestazione
Tre i gruppi a cui s’indirizza la Settimana. Innanzitutto, la popolazione in generale: la gente, infatti, deve conoscere i vantaggi dello screening e della vaccinazione HPV. Poi, è necessario che siano sensibilizzati anche gli operatori sanitari, perché devono possedere informazioni accurate ed aggiornate sullo screening e sulla vaccinazione HPV, così da essere in grado di rispondere alle domande dei pazienti. Infine, i politici, così da avere tutti gli elementi utili per comprendere la necessità della priorità dei metodi di prevenzione.
Il cancro della cervice uterina
Come si legge sul sito dell’AIRC, i tumori della cervice uterina sono classificati in base alle cellule da cui prendono origine e sono prevalentemente di due tipi: il carcinoma a cellule squamose (80% dei casi) e l’adenocarcinoma (15%). Il primo è il caso del Tumore che deriva dalle cellule che ricoprono la superficie dell’esocervice. Il secondo, invece, avviene quando il cancro parte dalle cellule ghiandolari dell’endocervice, ovvero quelle più vicine al corpo dell’utero.
Poi c’è il carcinoma adenosquamoso (3 - 5%) che presenta un’origine mista.
Infine, per quanto riguarda i sintomi, le fasi iniziali del tumore sono in genere asintomatiche e quelli più comuni sono associati ad altre patologie di tipo non tumorale. Alcuni campanelli d’allarme, comunque, sono rappresentati da perdite di sangue anomale, perdite vaginali senza sangue o dolore durante i rapporti sessuali.